“Il Piano – ha detto l’assessore Quaresimale – volge lo sguardo ai bisogni e alle urgenze delle famiglie abruzzesi alla luce soprattutto della crisi pandemica in atto. È evidente come in questa fase dell’emergenza sanitaria la famiglia stia pagando il prezzo più alto in termini di coesione sociale e tenuta economica. Il Piano regionale vuole ridurre al minimo i gap che le famiglie, loro malgrado, hanno accumulato tra il 2020 e il 2021”.
Obiettivo non facile alla luce anche degli ultimi dati demografici che pesano come macigni sulle famiglie abruzzesi e che portano inevitabilmente ad una loro naturale trasformazione. Solo nel 2020 si è registrato il minimo storico di nascite (8227) e il massimo storico di decessi (16296): tra questi due opposti si muovono i destini delle famiglie abruzzesi. “Noi siamo fermamente convinti che la famiglia rimanga l’istituzione di riferimento nel sistema sociale ed economico del Paese – aggiunge Quaresimale – ed è per questo che abbiamo messo insieme una serie di azioni di supporto che si concretizzano anche con misure di aiuto diretto. Non a caso una parte consistente delle risorse del Piano, circa 650 mila euro, è stata destinata al sostegno finanziario alle famiglie in difficoltà, alla tutela dei minori e all’affido famigliare, mentre un’altra parte, 100 mila euro, per attività a favore della natalità oppure per la concessione di bonus nuovi nati”.
Il Piano regionale si muove tramite gli Enti capofila degli ambiti distrettuali sociali: le risorse economiche verranno infatti suddivise tra i 24 enti regionali “per favorire l’omogeneità delle azioni sul territorio e per evitare che le azioni programmate del Piano rimangano lettera morta senza alcuna operatività”.