“La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio – scrive il WWF nella sua nota – prevede la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia (art. 15, commi 3° – 6°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.): per ottenere tale esclusione il proprietario o il conduttore deve inoltrare, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Regione richiesta motivata da esaminarsi entro 60 giorni (art. 2 della legge n. 241/1990 e s.m.i.)”.
“La richiesta – precisa l’associazione – dev’essere accolta se non ostacola l’attuazione della pianificazione faunistico-venatoria (art. 10 della legge n. 157/1992 e s.m.i.). È accolta, inoltre, in casi specificatamente individuati con norme regionali, quando l’attività venatoria sia in contrasto con l’esigenza di salvaguardia di colture agricole specializzate nonché di produzioni agricole condotte con sistemi sperimentali o a fine di ricerca scientifica, ovvero quando sia motivo di danno o di disturbo ad attività di rilevante interesse economico, sociale o ambientale”.
Ebbene, benché l’iter approvativo del nuovo Piano Faunistico Venatorio sia nelle fasi finali e benché dunque sia ragionevole ipotizzare la sua pubblicazione a breve, la Regione Abruzzo non ha al momento provveduto, come sarebbe suo dovere nell’interesse dei cittadini tutti, a fare in modo che i proprietari/conduttori siano adeguatamente informati della possibilità di esercitare tale diritto.
Non risulta infatti sul sito web istituzionale alcun riferimento alle modalità, alle disposizioni generali e alle condizioni di ammissibilità riferite alle richieste di sottrazione dei fondi agricoli all’attività venatoria, né è chiarito a quale servizio debba essere presentata la richiesta e non è presente idonea modulistica.
“A questo punto la Regione deve dimostrare – commenta il coordinatore regionale delle guardie ambientali WWF Claudio Allegrino – di avere a cuore l’interesse di tutti gli abruzzesi e non soltanto quello della piccola minoranza dei cacciatori mettendo in condizione chiunque voglia e ne abbia diritto a sottrarsi all’incubo degli spari che in molti casi assediano letteralmente le abitazioni rurali e i piccoli borghi”.
“Una occasione davvero “storica” da non sciupare», sottolinea il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio, che spiega: “I piani faunistici andrebbero rinnovati ogni cinque anni, quindi ogni cinque anni i proprietari e i conduttori dei fondi agricoli dovrebbero avere a disposizione una finestra per sottrarre i propri terreni, se hanno i requisiti di legge, all’invadenza dei cacciatori. Il piano faunistico attualmente in vigore e che sta per essere sostituito da quello nuovo risale invece ormai a un ventennio or sono: con la sua inadempienza la Regione ha impedito a una intera generazione di esercitare un proprio diritto. Mi auguro che oggi voglia porre per quanto possibile rimedio pubblicizzando al massimo l’opportunità concessa dalla legge”.