Il pellet, proveniente da Slovenia, Croazia, Polonia e Ucraina, già confezionato in sacchetti da 15 kg, era pronto per essere commercializzato al dettaglio da diversi rivenditori nelle province di Padova, Roma, Frosinone, Pescara, Campobasso, in frode ai consumatori, ai quali sarebbe stato presentato, nella gran parte dei casi ,come prodotto certificato con il marchio internazionale ENplus.
Ad insospettire le Fiamme Gialle trevigiane circa la genuinità dei trasporti, tutti eseguiti da imprese di spedizioni estere utilizzando autoarticolati, anch’essi sottoposti a sequestro, sono state la genericità e in alcuni casi la totale assenza di documentazione di accompagnamento del prodotto, oltre alla carenza di informazioni sulle stesse confezioni del pellet.
Nel 2019, il consumo di pellet in Italia ha superato i 3,2 milioni di tonnellate. Oltre il 40% del materiale viene distribuito da aziende italiane certificate, la restante parte da aziende straniere. Le attività di rivendita propongono diffusamente pellet certificato in classe A1 (circa 80-85%) e, in misura inferiore, in classe A2 (circa7-12%). La restante parte è prodotto non certificato. Le contraffazioni riguardano in particolare il materiale non certificato, che viene falsamente spacciato per prodotto di classe A1.