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Abruzzo

‘Lu porch n’arvè’: la parodia abruzzese dei Maneskin diventa virale VIDEO/TESTO


Una parodia in dialetto abruzzese del brano ‘Torna a casa’ dei Maneskin, canzone al primo posto di tutte le classifiche, sta spopolando su whatsapp e social network e in poche ore è diventata virale.

Migliaia di visualizzazioni, condivisioni e commenti. ‘Lu porch n’arvè’, cioè ‘Il maiale non torna’, il titolo del brano, che narra le tradizioni abruzzesi attraverso i modi di dire dialettali.

Dopo un primo tam tam del file audio su WhatsApp, il brano è stato pubblicato sulla pagina Fb ‘L’abruzzese fuori sede’, che racconta l’Abruzzo in chiave ironica.

Era stata proprio la pagina, nei giorni scorsi, a trasformare il testo di ‘Torna a casa’ in dialetto abruzzese. Poi qualcuno ha deciso di registrarla e il file audio ha iniziato a circolare.

Nel testo tanti modi di dire, dalla raccolta delle radici di genziana per preparare il noto liquore, al ‘fristallà’, verso utilizzato dalle anziane per allontanare i gatti, dalla porchetta agli arrosticini, dalle sagne, pasta abruzzese, ai dolci bocconotti. E la conclusione a luci rosse….

TESTO DELLA PARODIA DEI MANESKIN: LU PORCH N’ARVE’

Cammino per il mio paese e ormai s’ha fatt notte;
mi son lasciata tutt’ arrete mbacce all’orizzonDe ,
vedo la genDe da lontano si sta a finì lu monne,
ma per fortuna ho un po’ di pane pure bello onde.
Lui mi ha raccolto la genziana nei posti segreti,
se ne frecava della legge e dei suoi divieti,
non ha ascoltato le commari ngul a lu malucchie,
con uno sguardo mi diceva “Arefatte l’ucchie”.
«Che questo è un viaggio che nisciune fino a mo ha fatto,
Marietta, i suoi comBlimenDi, “Frustallà” al gatto;
cammineremo per ‘sta strada e non sarai mai stanca
fino alla cima del Gran Sasso poi ci sta ‘na panca».
E mi è rimasto il grasso in mano e un poco di porchetta,
finiamo almeno ‘sto panino la croscta qua è perfetta;
te ne sei andato moccicando ma c’avevi fretta?
E mo s’ha fatta notte qua sulla Majelletta…

Quindi maiale torna a casa che la neve l’ha semBre fatta;
quindi maiale torna a casa che comincio a dar di matta;
quindi maiale torna a casa sennò mannaggia lu sparpè,
quindi maiale torna a casa ma lu porch n’arvè…

E il cielo piano piano qua diventa meno fregno,
dentro ‘sta stanza solo puzza tipo vidillegno;
arriva pure Zì Michele con un pensiero in coccia:
“S’ha ndruppicate nonna con le mani in saccoccia”.
Col sangue sulle mani preparerà dei bocconotti,
ma tu non torni maledetto e so’ già tre notti;
per imparare a perdonare ci vò li scole alte,
ma io già in terza elementare stavo a fa le sagne.
E mi è rimasto il grasso in mano e un solo arrosticino,
aspetto ancora due minuti poi vado dal vicino,
furtune e cazz ngul beat a chi li tè:
chi se ne freca, ormai, se lu porch n’arvè…

Quindi maiale torna a casa, che non ci trovi chiù nisciune,
quindi maiale torna a casa, che ha finite lu sdijune;
quindi maiale torna a casa e mannaggia la Majella,
quindi maiale torna a casa e poi vatt a fa ‘na peXXa.

foto e video L’Abruzzese fuori sede