Nel segmento 2020-2021 i dati non sono del tutto sconfortanti: se è vero che abbiamo perso 351 imprese tra le 4 province (pari all’1,1%), è anche vero che il periodo preso ad esame ha risentito degli effetti deflagranti della pandemia, con le restrizioni e la compressione dei consumi e della produzione. Tra le attività in calo spicca quella Manifatturiera (-118 unità) e delle Costruzioni (-117). Resiliente invece il settore dei Servizi alla Persona (parrucchieri, barbieri, centri estetici, ecc..) con 5.600 unità e del Commercio all’Ingrosso e al Dettaglio e Riparazione di Autoveicoli e Motocicli con circa 2.800 unità. Le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione restano immutate con circa 1.300 unità ancora presenti. Al 31 dicembre 2021 è possibile affermare che sono iscritte alla Camera di Commercio ben 31.268 Imprese contro le 31.619 attive al 31 dicembre 2020.
Il dato viene recepito dai Coordinatori di Casartigiani Abruzzo come positivo – I dati di Unioncamere confermano che il sistema dell’Artigianato abruzzese tiene – concludono l’analisi i Coordinatori Dario Buccella e Flaviano Montebello, tenuto conto che sono stati messi in ginocchio interi settori, e per via dell’epidemia e per la crisi delle materie prime. Lo sguardo ora è rivolto all’anno in corso e all’onda d’urto della Guerra russo-ucraina e della crisi energetica che ne è scaturita.
I rincari delle materie prime e delle utenze stanno rendendo vani gli sforzi degli Artigiani e le loro attività sempre meno redditizie e se il sistema del credito non verrà snellito e supportato a livello governativo, prevediamo che molte aziende saranno seriamente minacciate da quella che potremmo definire la “tempesta perfetta”, ossia il binomio pandemia-guerra.