Sono le motivazioni alla base della proclamazione dello stato di agitazione degli agenti della polizia locale in Abruzzo.
In una nota trasmessa alle autorità competenti in materia, il CSA Regioni Autonomie Locali ha proclamato lo stato di agitazione alla luce di una serie di criticità, peraltro già evidenziate in precedenza, che allo stato attuale non hanno trovato riscontri.
Attività formativa. “La giunta regionale ancora non ha emanato il provvedimento con cui disciplina le modalità’ organizzative della scuola, le docenze, l’articolazione dei corsi e delle altre attività, non ha approvato il programma di durata biennale delle attività formative della scuola-organizzazione corsi di prima formazione, di aggiornamento periodici e di specializzazione e non ha emanato il provvedimento che regolamenta i corsi (contenuti, durata e modalità’ organizzative) di prima formazione e l’attività formativa di base per il personale a tempo determinato. E allo stato attuale la giunta, da anni non assicura l’attività formativa.
Regolamento regionale. Il Consiglio regionale ancora non ha adottato il regolamento regionale inerente distintivi di grado e funzione, uniformi, veicoli e altri mezzi operativi, strumenti di autotutela, simbolo unico regionale, tessera e distintivo di riconoscimento della polizia locale.
Osservatorio regionale. Ancora non è funzionante l’osservatorio regionale di polizia locale e sicurezza urbana che deve fornire sostegno operativo alle polizie locali.
Indirizzo e coordinamento regionale. La giunta regionale non esercita attività di indirizzo e coordinamento, non emana atti di indirizzo applicativo e raccomandazioni per garantire una gestione uniforme, omogenea, coordinata delle attività di polizia locale su tutta la regione.
Servizi di protezione civile. La Giunta regionale non ha ancora adottato un provvedimento-protocollo che definisce i servizi e i rapporti di collaborazione tra Protezione Civile regionale e polizia locale.
“I cittadini si rivolgono in primo luogo ai sindaci e alla polizia locale ed a loro indirizzano la richiesta di sicurezza e pertanto non è più assolutamente tollerabile né soprattutto legittimo che la Regione ritardi il compimento di atti obbligatori per legge”, si legge in una nota.