“Gli obiettivi, nella maggior parte dei casi non sono farina del sacco del governo di centrodestra, diventato famoso per i tagli alla cultura e anche agli ospedali, di cui non vi è traccia nel DEFR, ma sono un riconoscimento postumo del buon lavoro svolto dall’amministrazione di centrosinistra – così il capogruppo Silvio Paolucci – Il tanto criticato Masterplan, ad esempio, di cui il centrodestra quando era all’opposizione aveva persino messo in discussione l’esistenza, oggi viene citato in ogni passaggio del documento. Da domani comincia il percorso dei documenti contabili della Regione, a partire dal DEFR, che è il documento più importante perché propedeutico all’approvazione del bilancio. E’ anche quello più squisitamente politico, perché contiene programmi e visione amministrativa. Dovrebbe, almeno.
Di certo il primo per una Giunta è il documento più importante della legislatura per la sua valenza per tutti gli anni di mandati e ne sarà il biglietto da visita ufficiale. La nostra delusione leggendolo è tanta e significativa perché il documento, non contenendo alcuna scelta, rischia di lasciare ferma la Regione per 10 anni. Significa che alla prossima legislatura bisognerà ricominciare da noi, quando abbiamo preso la guida della Regione dal centrodestra, dovremo programmare e poi realizzare.
Alcuni cenni: sulla sanità è grande la delusione di non trovare nel DEFR la costruzione dei nuovi ospedali, le risorse ci sono ma non si dice nulla sugli intenti, oltre al ritardo storico dei programmi della sanità di oggi che avranno efficacia nel 2020. Sul bilancio con il risanamento messo in atto nella legislatura precedente saranno disponibili risorse a salire dai 10 milioni del 2020 fino ai 50 milioni del 2022, loro non le considerano e sono certo che nemmeno lo sanno. Sui trasporti non c’è nulla e per loro la risposta alla viabilità è forse la costituzione di un’altra agenzia di gestione. Di fatto in questo documento si scrive solo delle risorse del Masterplan, dal turismo alla viabilità, a tutti gli altri interventi. La domanda è quali sono le risorse aggiuntive che il centrodestra alla guida della Regione intende prevedere e attrarre per i prossimi anni di governo? Di fatto non c’è nulla. Questo documento è persino inemendabile tanto è povero di contenuti. Sembra quasi che l’esecutivo lo abbia letto come adempimento burocratico e lo ha consegnato agli uffici per redigerlo”.
“Un documento che non dà attenzione alle priorità dell’Abruzzo e al lavoro da fare sui fronti più sensibili – così il consigliere Dino Pepe – nulla è scritto sull’erosione costiera malgrado la situazione sia nota alla Giunta e quindi è nullo il sostegno all’economia turistica e del mare. Sulle aree interne, colpite anche dal terremoto, notiamo un’assenza di programmazione e di idee. Una generalizzata mancanza di progetti dopo la propaganda elettorale e dieci mesi di governo. Nei fatti confermano i programmi della ex giunta di centrosinistra e li proseguono pensando di poterseli attestare davanti all’opinione pubblica. Anche sul fronte agricoltura, la riforma dei consorzi parte dal nostro tavolo regionale istituito nel 2018, loro erano tanto confusi sull’argomento che hanno dovuto ritirare la loro proposta di riforma, già approvata in giunta, e sostenere le nostre idee condivise con il comparto. Vogliono rivedere la normativa della pesca per le acque interne: dopo 32 anni la legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale precedente con il sostegno anche di Febbo e Sospiri. Sulla caccia affermano che vorrebbero potenziare l’Osservatorio faunistico regionale ma nemmeno sanno che non c’è, non esiste. C’è invece un Piano faunistico su cui lavorare, che noi abbiamo approvato in Giunta e che oggi attendiamo in Commissione da quasi un anno. Sui fondi europei dobbiamo programmare adesso, per non essere in ritardo sull’attuazione dei progetti e la rendicontazione: mai la Regione ha restituito fondi all’Europa e speriamo possa erogare tutto quello che ha avuto dall’Ue”.
L’ANALISI PER SETTORI
Trasporti e viabilità: nel DEFR sono previsti nuovi tagli alle corse e rimodulazione dei servizi. Confermato il carattere commerciale della linea Giulianova-Teramo-L’Aquila-Roma. Le aree marginali sono però sempre più penalizzate, perché su di esse questa Regione intende far cassa con il ricorso ai sub-affidamenti dei servizi da affidare a privati. Poco e niente si legge sulla tratta ferroviaria Pescara-Roma, cavallo di battaglia della campagna elettorale. Direttrice che è il fondamentale bersaglio di risorse per 1,5 miliardi di euro da destinare alla velocizzazione, con l’obiettivo di abbattere i tempi di percorrenza per raggiungere la Capitale a 2 ore e mezzo per Pescara e ad 1 ora dalla Marsica. Ma le uniche risorse certe arrivano dal lavoro della giunta di centrosinistra, anche se una quota di 20 mln di euro ereditati dall’esecutivo passato per l’acquisto di nuovi treni risulta ad oggi bloccata, i fondi non sono stati affidati. A fronte di ciò, è prevista la creazione di un nuovo Ente denominato “Società Regionale Strade Abruzzo”, per la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade provinciali (anche se da un lato indicano 7.000 km complessivi, in altre parti del documento 5.468, divario che testimonia l’approssimazione e la superficialità con cui la Giunta Marsilio ha redatto lo strumento). Va ricordato che la passata Giunta aveva destinato 56 milioni per la manutenzione della viabilità provinciale e favorito il passaggio di competenza ad Anas per 513.5 km di strade provinciali, con un risparmio in manutenzioni per le Province stimato in 30 milioni di euro almeno.
Sicurezza: dimenticato nel DEFR il Piano di difesa e di gestione della fascia costiera per combattere l’erosione della costa e sostenere l’economia turistica balneare. Un copia incolla mal riuscito è quello poi sull’importante tema della messa in sicurezza del patrimonio di edilizia scolastica, dove da un lato si fa riferimento a programmazioni precedenti e dall’altro spariscono da strumenti e modalità di attuazione i fondi INAIL nazionali destinati a tale finalità. Con riferimento al rischio neve, neanche una parola per il supporto ai Piani neve provinciali su cui giace un progetto di Legge a firma dei gruppi di centrosinistra da giugno. In materia di lotta al dissesto idrogeologico c’è un semplice richiamo alle programmazioni strategiche avviate grazie al Masterplan.
Dualismo territoriale: non si comprende bene come si possa attuare una politica di riequilibrio territoriale attraverso: l’arretramento dei servizi sanitari nelle aree interne, dove in alcune zone le postazioni medicalizzate di 118 vengono trasformate in postazione “india” (cioè senza medico); l’affidamento a privati dei servizi di trasporto pubblico per fare cassa e il taglio alle corse degli autobus. Nulla, invece, in termini di investimenti nella programmazione dell’offerta formativa e nella qualità dell’insegnamento, assi fondamentali per il rilancio dei servizi di istruzione nelle aree interne e per lo sviluppo degli stessi territori. Per contro, nel DEFR vengono riempite 3 pagine sul significato della Strategia Nazionale per le Aree Interne, frutto dell’intuizione del Ministro emerito fabrizio Barca e le attività poste in essere sì, ma dalla passata Giunta. Non una parola sulle risorse che questa Amministrazione regionale intende dedicare al rilancio delle aree interne, né su che stia cercando nuovi fondi dai canali istituzionali nazionali o europei.
Ambiente: Dopo una prima premessa in cui viene riconosciuto il buon lavoro svolto nei 5 anni precedenti, con riferimento alla Raccolta Differenziata passata dal 45 al quasi 65%, la Giunta punta tutto su AGIR per la corretta gestione dei rifiuti. Peccato che da circa 6 mesi in Regione Abruzzo regna il caos in materia di affidamenti dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, in quanto questo Ente di Governo d’ambito non si è ancora dotato di una struttura tecnica in grado eseguire le funzioni ad esso attribuite.
Turismo e Cultura: dopo l’inserimento negli obiettivi strategici, ci si dimentica di declinare turismo e cultura negli indirizzi per la programmazione regionale. Pertanto, non si comprende bene quali siano gli strumenti, le modalità di attuazione e i risultati attesi su questi settori strategici. In chiave di sviluppo turistico della nostra montagna abbiamo lasciato in eredità, grazie al Masterplan: 28.500.000 milioni di euro per il completamento del centro turistico integrato dell’Alto Sangro (Scanno, Roccaraso, Castel di Sangro); 20.200.000 milioni per interventi sulle infrastrutture funzionali alla valorizzazione turistica delle stazioni invernali di Passolanciano-Maielletta; 10.000.000 per il bacino sciistico di Ovindoli-Monte Magnola e Campo Felice; i 4.000.000 per Prati di Tivo. Cosa intendono fare loro? Non c’è scritto.
Sanità: oltre ai noti ritardi sulla programmazione sanitaria di questa Giunta, la cui approvazione probabilmente (programma operativo e rete ospedaliera) slitterà alla primavera 2020 per il documento che decide per il triennio 2019-2021, nel DEFR non si spende parola sugli investimenti in edilizia sanitaria. Non conosciamo, dunque, il futuro degli oltre 400 milioni di euro per i nuovi ospedali, congelati, in attesa di essere spesi.
Bilancio. Grazie alla norma “salva Abruzzo”, che ha consentito alla precedente Giunta di spalmare il disavanzo accumulato nelle legislature precedenti in 20 anni in luogo di 10, dal prossimo bilancio la quota annuale vincolata per la riduzione del disavanzo si abbatterà notevolmente di decine di milioni di euro, liberando risorse preziose per l’Abruzzo. Con il risanamento messo in atto nella legislatura precedente saranno disponibili risorse a salire dai 10 milioni del 2020 fino ai 50 milioni del 2022. A cosa la Giunta Marsilio intende destinare tali risorse? Mistero, ammesso che conoscano questo dato.
Agricoltura: è uscita dalle priorità del governo regionale. La programmazione è una mera enunciazione di principi generici. Il PSR, punto cardine dello sviluppo agricolo regionale, viene citato marginalmente e non si dice come verranno affrontati temi quali l’eccessiva burocratizzazione dei bandi, o come scongiurare il rischio disimpegno con conseguente restituzione delle risorse inutilizzate. Preoccupa l’assenza di riferimenti a misure specifiche di gestione e controllo della fauna selvatica, nel testo si cita la necessità di potenziare l’Osservatorio Faunistico Regionale e di giungere all’adozione del Piano Faunistico Venatorio Regionale, ma, è utile ricordarlo, tutti i passaggi preliminari sono stati messi in campo dalla passata giunta e ora si attende esclusivamente che sia approvato in Consiglio regionale. Nessun riferimento alla programmazione di fondi europei 2021-2027. Il rilancio di comparti strategici come la zootecnica o il settore forestale? Questi sconosciuti.