Covid%2C+in+otto+mesi+70mila+lavoratori+abruzzesi+hanno+fruito+della+cassa+integrazione
abruzzocityrumorsit
/apertura/abruzzo/covid-in-otto-mesi-70mila-lavoratori-abruzzesi-hanno-fruito-della-cassa-integrazione.html/amp/

Covid, in otto mesi 70mila lavoratori abruzzesi hanno fruito della cassa integrazione

Uno studio pubblicato dalla Uil ha certificato che nel periodo marzo-ottobre 2020 sono stati ben 70.182 i lavoratori abruzzesi che hanno potuto contare sugli ammortizzatori sociali per l’emergenza covid.

 

Di questi, 54.218 sono dipendenti dei vari settori produttivi e 15.964 gli artigiani. Il Rapporto Uil sulla cassa integrazione con “causale covid 19” che è stato elaborato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio del sindacati fa poi emergere nel dettaglio che 31.002 sono stati i lavoratori che hanno usufruito della cassa integrazione ordinaria, 13.061 quelli coperti dal Fondo di Solidarietà dell’Inps e 10.155 i beneficiari della cassa integrazione in deroga.

 

A questi si aggiungono i 16 mila artigiani che hanno potuto contare sul sostegno del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba). Per quanto riguarda le ore autorizzate con causale Covid per i dipendenti dei vari settori escluso l’artigianato), quelle di cassa integrazione ordinaria sono state 36.892.072, le ore relative ai fondi di solidarietà dell’Inps 15.542.554, e quelle in deroga 12.084.386, per un totale di 64.519.012 ore autorizzate, e che rappresentano l’1,87 per cento di quelle nazionali, pari a 3.441.350.998. “Questi dati – ha detto Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo – ci dicono quanto siano importanti questi strumenti a tutela dei lavoratori, da noi fortemente voluti insieme al blocco dei licenziamenti che, come è noto, è stato prorogato fino al prossimo 31 marzo.

 

Ora però è necessario iniziare a pensare al post pandemia, quando questo sostegno probabilmente verrà meno insieme al blocco dei licenziamenti, con tutto quel che ne potrà conseguire in termini di occupazione. Per questo, la Regione non perda neanche un minuto per iniziare a progettare, confrontandosi con le parti sociali, un futuro in cui l’economia del nostro territorio possa reggere l’urto senza queste reti”.