Un documento che, svolta l’analisi della situazione nazionale e regionale, si concludeva con un elenco articolato di 10 punti.
Non abbiamo chiesto allora di sottoscrivere il testo, ma di prenderne sicuramente visone. Ora chiediamo di poterlo discutere, partendo sicuramente da un primo confronto con i prossimi referenti istituzionali.
Se da una parte le argomentazioni richiamate nel documento sembrino avere, come in ef-fetti hanno, un forte carattere di trasversalità, esse non vanno considerate minori e marginali; anzi devono, a nostro avviso, costituire materia centrale di riferimento per una chiara e specifica politica regionale.
I richiami alla recente legge nazionale 2/18 nonché alla legge regionale 8/13, per citare i capisaldi normativi più evidenti, costituiscono punti di ripartenza per un ampio confronto, in cui includere sia il tema della mobilità ciclistica urbana che escursionistica e turistica.
Su questi aspetti non passa giorno che gli organi di informazione non riportino notizie di iniziative e opportunità, ma anche di criticità e limiti: da una parte una comunità si impegna per-ché l’avvento prossimo di nuove infrastrutture ciclo viarie non trovi “distratta” la comunità economica e sociale di riferimento (è l’esempio della Via Verde della Costa dei Trabocchi); dall’altra invece c’è ancora chi si “oppone”, o peggio si adopera per “cancellare” ciclovie urbane, in certi casi la chiave di lettura più efficace per il recupero degli spazi pubblici come bene comune per la cittadinanza (esempi a Lanciano, Avezzano, Pescara).
Sviluppo della mobilità ciclistica e soprattutto delle politiche di mobility management, sulla base delle normative nazionali e regionale, e potenziamento, coordinamento e razionalizzazione dei servizi di sostegno alla promozione ciclo turistica del territorio e dei presidi abitativi: noi chie-diamo che l’Abruzzo diventi “Regione Cycle Friendly” e “Region for Cyclists”.
Ma per fare questo è necessaria la istituzione di un Servizio regionale per la mobilità ciclistica, è necessario redigere il Piano regionale della mobilità ciclistica, creare un coordinamento per lo sviluppo del cicloturismo, per promuovere e sostenere una rete di comuni ciclabili (su questo tema FIAB ha approntato uno strumento di benchmarking dedicato, denominato proprio “Co-municiclabili”), per ragionare sull’integrazione modale oltreché tariffaria e logistica dei trasporti di persone e merci, prevedere quindi anche un sostegno economico alle aziende che si impegneranno in tal senso e, soprattutto, dare stabilità ai finanziamenti al settore, individuando una specifica voce che sia strutturale nel bilancio regionale.
Il coordinamento regionale, in rappresentanza delle associazioni e sezioni presenti sul territorio, è certo di avere nella sua Persona e nei suoi collaboratori di Giunta gli interlocutori giusti per un reciproco confronto su come rendere l’Abruzzo territorio di riferimento, e non solo nazionale, delle future politiche di sostegno ad una mobilità nuova.