Carlo Calenda, leader di Azione, ha esplorato due gemme dell’Abruzzo: il Castello di Celano e l’antica città di Alba Fucens.
Il suo viaggio attraverso queste storiche meraviglie non solo ha rivelato la ricchezza culturale della regione, ma ha anche messo in luce alcune criticità nella gestione e valorizzazione dei beni culturali italiani.
Questo viaggio nell’Abruzzo storico offre molteplici spunti su cui riflettere riguardanti sia le potenzialità sia gli ostacoli presentati dal nostro patrimonio culturale.
La prima tappa del viaggio di Calenda è stata al Castello di Celano, dove lui e la sua famiglia hanno assistito a uno spettacolo teatrale organizzato da una compagnia locale. Lo spettacolo aveva lo scopo di narrare la storia del prosciugamento del lago Fucino, un’impresa ingegneristica monumentale iniziata dai Romani e portata a termine nel XIX secolo dalla famiglia Torlonia. Calenda si è detto impressionato dallo stato di conservazione e dalla valorizzazione del castello, descrivendolo come tenuto e valorizzato in modo impeccabile.
Dopo il Castello di Celano, la famiglia Calenda si è diretta verso Alba Fucens, descritta da Carlo come una “piccola Pompei”. Questa antica città romana vanta un anfiteatro eccezionale e una chiesa risalente al VI secolo costruita sul tempio dedicato ad Apollo. Nonostante il suo indiscutibile valore storico ed archeologico, Alba Fucens sembra essere stata lasciata all’incuria. Secondo quanto riportato da Calenda su Facebook, il sito è privo di biglietteria ed incustodito; persino per visitare la chiesa è necessario trovare il custode che ne detiene le chiavi. Il museo annesso alla zona archeologica era chiuso durante la loro visita.
Il racconto delle esperienze vissute da Carlo Calenda durante le sue vacanze abruzzesi va oltre la semplice narrazione turistica; esso rappresenta un appello alla riflessione sul modo in cui l’Italia gestisce e valorizza i suoi beni culturali. Mentre il Castello di Celano emerge come esempio positivo grazie alla sua eccellente manutenzione e alle attività culturali che vi vengono promosse, Alba Fucens simboleggia le sfide che ancora oggi molti siti storici devono affrontare per garantire adeguata protezione e fruibilità.
Nonostante le difficoltà incontrate nella visita ad Alba Fucens, Carlo Calenda incoraggia vivamente tutti a visitare questi luoghi straordinari. La sua esperienza sottolinea l’importanza cruciale della conservazione del patrimonio culturale italiano non solo per preservarne la storia, ma anche per promuovere lo sviluppo turistico sostenibile delle regioni meno note come l’Abruzzo.
Attraversando i confini temporali tra passato glorioso dell’Italia romana ed ingegneristica ottocentesca dei Torlonia fino ai giorni nostri con gli occhi pieni d’ammirazione ma anche critici verso le politiche attuali sulla gestione dei beni culturali italiani.