Il calendario negli anni è migliorato sotto alcuni punti di vista e rispetto all’intervento su alcune specie, grazie soprattutto ai molteplici ricorsi del WWF e di altre Associazioni, tutti vinti, che si sono susseguiti già dal 2009, ma continua a presentare criticità, alcune delle quali si ripropongono ciclicamente. A tal proposito, il WWF Abruzzo ha presentato le proprie osservazioni evidenziando alcune importanti necessità di revisione. In estrema sintesi le richieste del WWF Abruzzo sono:
apertura generale della stagione venatoria il 1° ottobre senza deroghe e giornate di pre-apertura;
chiusura della caccia a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre;
sospensione della caccia alla coturnice e all’allodola;
maggiore attenzione per le aree di presenza dell’orso bruno marsicano e per l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise;
richiesta di richiamare il divieto di caccia nelle aree percorse da incendi e quello di abbandono di cartucce.
L’Associazione ricorda, inoltre, che il calendario venatorio andrebbe approvato, in base alla normativa vigente, entro il 15 giugno e invece ad oggi è appena partito l’iter di discussione.
“Sono ben 8 le sconfitte giudiziarie che la Giunta Marsilio/Imprudente ha collezionato dal 2019 a oggi (tra sentenze, ordinanze e decreti cautelari da parte del TAR Abruzzo) – ricorda Claudio Allegrino, coordinatore delle guardie del WWF Abruzzo – ma anche negli anni precedenti la Regione Abruzzo aveva incassato sconfitte ai numerosi ricorsi presentati dal WWF e da altre Associazioni ambientaliste, a dimostrazione che quanto viene osservato è basato su evidenze concrete e giuridicamente sensate.”
“Come ogni anno – continua Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – ci auguriamo che la Regione accolga le indicazioni presentate dal WWF Abruzzo per rendere l’attività venatoria meno impattante sulla fauna selvatica. Riteniamo sia necessaria una diversa impostazione di confronto e mediazione da parte della Regione Abruzzo che non può delegare questioni importanti e delicate come la gestione della fauna alle sentenze del TAR, strada che ogni volta ci vediamo costretti a percorrere. Dopo tutte le sconfitte accumulate non sarebbe ora che il governo regionale smettesse di riproporre azioni dannose per l’ambiente e sprecare i soldi dei contribuenti, ma decidesse di tutelare la fauna, bene comune dei nostri territori, e non solo le pretese dei cacciatori?”