In attesa che la politica si decida a prendere in mano la situazione – si legge in una nota di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil – sono sempre più evidenti gli effetti negativi dell’attuale normativa: non fa crescere l’economia, non crea nuova occupazione, né garantisce la salvaguardia dell’occupazione esistente, alimenta la concorrenza sleale tra le attività del piccolo commercio al dettaglio e le multinazionali della grande distribuzione favorendo lo spopolamento dei centri storici e dei centri commerciali naturali, svilisce il significato autentico delle festività, sia civili che religiose, crea un’odiosa segregazione a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio rispetto a quelli degli altri settori.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil ritengono quindi che “la mobilitazione per la regolamentazione delle aperture domenicale non è solo a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio, ma rappresenta anche una mobilitazione per il territorio e l’ambiente, per i centri storici, per la cultura”. Regolamentare il commercio, sostengono i sindacati, “significa inoltre porre una riflessione su modelli e indirizzi di sostenibilità alternativi al consumismo sfrenato”.