L’Aquila. E’ iniziato il lungo viaggio del più grande rivelatore ad argon liquido: il gigantesco cacciatore di neutrini ‘Icarus’ ha, infatti, lasciato la scorsa notte i Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) alla volta del Cern (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) di Ginevra. Icarus T600 – questo e’ il suo nome completo – dal 2010 ha osservato, sotto la montagna del Gran Sasso, il fascio di neutrini che arrivava dal Cern, dopo un percorso di 730 km attraverso la crosta terrestre.
Ora Icarus, con un delicato trasporto per mezzo di due convogli eccezionali, viene trasferito al Cern per la manutenzione e l’upgrade delle performance, in previsione di un suo probabile impiego futuro negli Stati Uniti. Una volta uscito dal tunnel del Gran Sasso, al cui interno si trovano i Laboratori dell’Infn, ha dovuto effettuare uno stop tecnico di alcune ore in un’area si sosta dell’autostrada A24, per consentire i lavori di ripristino dell’assetto del tir utilizzato per il trasporto, che era stato ribassato al fine di permetterne l’uscita dal tunnel.
Icarus risalirà tutta l’Italia, passando per Roma, Genova e quindi Torino. Infine, imboccherà il traforo del Monte Bianco e oltrepasserà così le Alpi per poi arrivare a Ginevra, nei laboratori del Cern: il viaggio durerà circa una settimana. I fisici lo considerano elemento essenziale, e attualmente insostituibile, per un esperimento con neutrini a bassa energia del Fermilab di Chicago. Icarus è l’unico rivelatore al mondo con più di 600 tonnellate di argon e ha mostrato di funzionare in modo appropriato.
La tecnologia di Icarus, proposta originariamente nel 1977 dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, che tutt’oggi è portavoce dell’esperimento, rappresenta cosi’ un esempio del primato italiano dell’Imfn nel proporre una soluzione originale, la cui validità è stata provata dal successo dell’esperimento ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, che ha mostrato di ottenere una rivelazione precisa di neutrini ottenuti artificialmente in acceleratori, come quelli del fascio dell’esperimento Cngs (Cern Neutrinos to Gran Sasso), in attività dal 2006 al 2012. L’esperimento coniuga così l’originalità dell’idea con la precisione e l’efficienza della realizzazione tecnica.