In particolare l’esecutivo presieduto da Luciano D’Alfonso ha fatto proprio il documento della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome elaborato sulla base della sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile 2014, n. 162, che ha dichiarato l’illegittimità del divieto di fecondazione eterologa sancito dalla legge che detta norme in materia di procreazione medicalmente assistita.
“Poichè il Governo ha ritenuto di non dover intervenire con un proprio provvedimento in una materia così delicata per le sue implicazioni etiche e morali, lasciando al Parlamento tale competenza, è stato concordato di definire – fa sapere in merito Paolucci -, in attesa che il legislatore legiferi in materia, un accordo interregionale che sarà recepito dalle singole regioni”.
Il provvedimento approvato riconosce che la donazione di cellule riproduttive da utilizzare nell’ambito delle tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo debba essere connotato come un atto volontario, altruista, gratuito, rivolto esclusivamente al bene della “salute riproduttiva” di un’altra coppia, per il quale atto non potrà essere prevista alcuna retribuzione economica per i donatori, nè potrà essere richiesto alla ricevente contributo alcuno per i gameti ricevuti.
Il documento recepito ieri dalla Giunta individua i requisiti per i centri autorizzati alla pratica della fecondazione eterologa, sia pubblici che privati, i requisiti soggettivi per le coppie che possono usufruire della donazione, le indicazioni cliniche per la fecondazione eterologa, la selezione dei donatori maschili.
Il provvedimento approvato dalla Giunta demanda al Servizio Programmazione sanitaria della Regione Abruzzo il compito di attuare tutti gli adempimenti contenuti nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni.