Fondi europei 2014-2020 per l’Abruzzo: la proposta dei sindacati

europa2020Pescara. “La nuova programmazione dei fondi strutturali Europei 2014-2020 rappresenta, per l’Abruzzo, un’importante opportunità per vincere la sfida della competitività e creare nuova e buona occupazione. In questo quadro assume una rilevante importanza il ridisegno della regione nel nuovo contesto Europeo ed Internazionale attraverso scelte decise, capaci di orientare la programmazione unitaria degli interventi e di ricomprendere i finanziamenti nazionali”.

Lo hanno dichiarato Gianni Di Cesare, Segretario Cgil Abruzzo; Maurizio Spina, Segretario Cisl AbruzzoMolise; e Roberto Campo, Segretario Uil Abruzzo, spiegando come “le novità introdotte dalla UE per migliorare l’efficacia dell’utilizzo dei fondi strutturali, l’evidenza della gravità della crisi italiana e la condizione dell’Abruzzo, che nei prossimi anni non avrà a disposizione per investimenti risorse ordinarie ma solo le risorse straordinarie comunitarie e nazionali, richiedono da parte della politica il massimo impegno e responsabilità nella conduzione del confronto sulle scelte strategiche da compiere per confezionare un documento di programmazione di qualità e condiviso. Il ruolo della Giunta Regionale nella costruzione delle scelte programmatorie 2014-2020 è ad oggi del tutto mancato. Il presente documento chiede anzitutto una svolta decisa e l’abbandono di un intollerabile disimpegno da parte del governo regionale. La necessità di assicurare attualità alle scelte della programmazione a fronte della crescente velocità dei cambiamenti e di una crisi occupazionale e produttiva della gravità di quella in corso, con cui dovremo continuare a fare i conti nei prossimi anni, rende opportuno predeterminare sin da ora una rimodulazione complessiva del Documento di programmazione dopo i primi tre anni. Se l’Abruzzo è tra le regioni italiane considerate in transizione, un coordinamento stretto con l’Europa e con le regioni degli altri Stati in transizione si rende necessario. Così come diventa indispensabile, alla luce delle novità introdotte dalla nuova programmazione, istituire, riorganizzando gli uffici regionali, una sola ed unica autorità di gestione. Per individuare gli obiettivi su cui concentrare le attività non si parte da zero, il documento approvato dall’OCSE sull’Abruzzo post terremoto fornisce già importanti chiavi di lettura, così come la programmazione dell’aprile 2013 dei Fondi FSC (ex Fas) delinea le scelte fin qui compiute, da verificare negli esiti per individuare quelle da implementare o rafforzare. Inoltre anche la LR 40 del 2012 (cosiddetta “Legge sullo sviluppo”), con particolare riferimento a Poli di innovazione e reti di impresa, indica i punti di attenzione su cui investire, mettendoli in relazione con le aree di crisi già individuate. Da questi punti di forza, tutto quanto in Regione – concludono i tre sindacalisti – è già elaborato e condiviso, va individuata, coerentemente con la strategia comunitaria, la Smart Specialization Strategy della nostra Regione collocandola nell’ambito europeo”.

PROPOSTA DI CGIL CISL E UIL PER RILANCIARE OCCUPAZIONE IN ABRUZZO 

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2014-2020

La Programmazione 2014-2020 si attua in un contesto messo a durissima prova dalla crisi, tanto più in Italia, unica nazione dell’OCSE tuttora in recessione, e in Abruzzo, che malgrado la primazia rispetto alle regioni meridionali, continua a perdere terreno rispetto alla pur disastrata media nazionale.È chiaro che le scelte dovranno necessariamente tenere conto dell’urgenza di arginare la perdita di posti di lavoro e la distruzione di apparato produttivo e di favorire un’inversione ditendenza, dell’economia e dell’occupazione.È altresì necessario portare a compimento il ciclo di programmazione 2007-2013 badando non solo ad evitare il disimpegno di risorse, ma soprattutto alla qualità della spesa, al recupero di una qualche unitarietà della programmazione mediante i pacchetti PRESTO e all’attualizzazione laddove possibile degli obiettivi per rafforzare le misure di contrasto alla crisi, intervenuta dopo la definizione dei contenuti del ciclo 2007-2013.L’Abruzzo è una delle più importanti regioni industriali d’Italia, con un apparato produttivo bilanciato per settori (dall’automotive alla chimica farmaceutica, dall’elettronica al tessile-abbigliamento di qualità, all’alimentare, etc), per dimensione (grande, media e piccola), per proprietà (multinazionale, nazionale, locale). La crisi ha ulteriormente evidenziato il valore strategico dell’industria nazionale e di quella regionale e la necessità di sviluppare collegamenti organici tra le imprese e tra le attività produttive e il sistema regionale della conoscenza, per il quale sosteniamo la necessità di un processo unitario di armonizzazione delle tre università abruzzesi e di raccordo dell’insieme dei centri di ricerca pubblici e privati (vedi ricerca OCSE).Va inoltre affrontato il nodo delle infrastrutture, sia dal punto di vista strategico, inserendo l’Abruzzo nelle reti europee est-ovest e nord-sud, nonché rimuovendo celermente ritardi infrastrutturali particolarmente penalizzanti per le attività economiche e produttive.L’Abruzzo possiede inoltre uno straordinario patrimonio naturale e culturale di livello nazionale ed europeo, pochissimo valorizzato nonostante scelte rilevanti quale quelle compiute a suo tempo con l’istituzione dei quattro parchi nazionali, i siti archeologici, il sistema museale, i borghi. Si tratta di sviluppare una seconda industria che renda fruibile questo patrimonio, collegandolo con un’attività turistica strutturata, capace di coordinare offerta alberghiera, gastronomica, trasportistica attorno ai beni naturali e culturali della regione. La seconda industria abruzzese fondata sulla valorizzazione di natura e cultura dovrà altresì avere un respiro europeo, anche in riferimento a strumenti come la carta europea del turismo sostenibile. Le due industrie, quella manifatturiera e quella della fruizione di natura e cultura, devono poter coesistere, assicurando sostenibilità ambientale e attingendo a questo fine il meglio della tecnologia disponibile.
 

 

L’ABRUZZO REGIONE EUROPEA

L’Abruzzo disegna il suo futuro in quanto Regione Europea: vuole essere parte attiva mettendo a disposizione la sua collocazione geografica e le proprie risorse per lo sviluppo del Paese e dell’Europa, come via di passaggio della comunicazione con le Regioni dell’Est Europeo e del Mediterraneo per un interscambio economico, sociale e culturale.In questa direzione si pongono i progetti della Macro Regione Adriatica-ionica e la Civitavecchia-Roma- Ploce. Due direttrici che hanno al centro l’Abruzzo e per le quali si chiede l’impegno della Giunta per ogni attività relativa agli accordi con le altre Regioni individuando un ambito di informazione e confronto specifico con le parti sociali.In sostanza immaginiamo una Regione in rete, capace di fare sistema, mettendo in rete prima di tutti i piccoli comuni, il sistema produttivo, i servizi.

 

L’ABRUZZO DEL LAVORO E DEL SOCIALE

Tutte le azioni devono concorrere a costruire l’Abruzzo del lavoro, creando un mercato del lavoro efficiente ed inclusivo, orientando l’offerta formativa e contrastando con ogni mezzo l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Occorre cioè ripensare tutto il sistema dei servizi all’impiego, e istituire una task force specificamente impegnata al contrasto del fenomeno dei “NEET” tra i giovani.Altrettanto urgente e prioritario è costruire un sistema di welfare regionale organico, in grado di affrontare la non autosufficienza l’esclusione sociale e la lotta alla povertà attraverso azioni di sostegno alle famiglie e gli anziani, l’integrazione socio sanitaria, l’integrazione sociale dei lavoratori e delle famiglie immigrate.Perciò non è rinviabile la creazione di una forma generalizzata di protezione universalistica dalla povertà che metta l’Abruzzo alla pari con le altre regioni europee ( azioni sulla casa, gli asili nido, l’armonizzazione lavoro-famiglia, sul sistema dei servizi di cura).

 

GOVERNO E GOVERNANCE

Ognuna delle piste di lavoro delineate può essere attivamente funzionale ad una sola condizione, una radicale ristrutturazione degli uffici della Regione Abruzzo e la costituzione di un unico ufficio di programmazione con una sola autorità di gestione, sotto la responsabilità della Presidenza della Giunta.Questa rappresenta la scelta chiave per affrontare gli anni futuri, non solo per l’approccio multi fondo che i regolamenti europei propongono, ma anche alle luce della possibile riorganizzazione dello Stato nel territorio ( Provincie e non solo ) delineata dalle riforme costituzionali in corso, che deve trovare la nostra Regione pronta, attrezzata a svolgere il suo ruolo di programmazione senza interrompere la gestione delle attività con la chiarezza dei soggetti attuatori e la netta distinzione tra indirizzo e gestione.Gli strumenti oggi a disposizione, infatti, hanno come “soggetti che attuano” quasi solo imprese, occorre mobilitare con chiarezza altri soggetti, pubblici e privati, per le proprie competenze specifiche, pensiamo alle università o ai parchi o ai centri di ricerca o i Comuni.Anche il Patto per lo Sviluppo si è dimostrato uno strumento utile per l’analisi e la ricerca di soluzioni condivise, e potrebbe continuare a sostenere la “governance” della programmazione come strumento che assume il metodo del confronto.

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