“Il Piano – ha detto l’assessore Di Paolo – riveste grande importanza nella pianificazione territoriale e consente di individuare gli interventi necessari e pianificare le risorse economiche”. Per avviare un proficuo confronto e per consentire una più ampia partecipazione dei portatori d’interesse, è stata avviata una fase di preconcertazione consegnando ai Comuni la documentazione redatta nell’ambito della Variante. La preconcertazione è durata oltre tre mesi e si è conclusa in questi giorni. Oggi, il Segretario Generale dell’Autorità dei Bacini regionali e del bacino interregionale del Fiume Sangro, Michele Colistro e i tecnici della Segreteria Tecnica Operativa hanno incontrato sindaci e rappresentanti della Provincia.
“Le osservazioni sono pervenute soprattutto per il tramite dei Comuni – ha aggiunto l’assessore Di Paolo – Sono stati 23 su 48 totali. Con i Comuni che hanno trasmesso le osservazioni in tempo utile sono stati aperti dei tavoli tecnici di confronto. Ad esempio Teramo, Chieti e Lanciano, ma anche piccoli comuni come Bellante, Loreto Aprutino e Civitaluparella. In alcuni casi il confronto ha già portato ad una condivisione dei nuovi elaborati. Per gli altri comuni sono in corso le istruttorie da parte della Segreteria Tecnica Operativa dell’Autorità di bacino. L’auspicio è quello di concludere l’iter di approvazione in breve tempo cercando di trovare la totale condivisione dei nuovi elaborati del PAI senza perdere di vista che l’obiettivo prioritario del Piano è la riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo, in modo tale da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni”.
Gli argomenti affrontati, tra gli altri, nella Variante di Piano sono stati i seguenti: approfondimento di 161 scenari di franosità distribuiti in 48 comuni. In particolare sono interessati 4 comuni in provincia dell’Aquila, 14 in provincia di Teramo, 18 in provincia di Chieti e 12 in provincia di Pescara; Individuazione cartografica delle cavità sotterranee e dei fenomeni di sprofondamento. Sono state individuate 725 cavità; aggiornamenti della cartografia a seguito del terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009. L’attività della sequenza sismica che ha colpito l’area aquilana ha causato una larga serie di frane indotte direttamente dallo scuotimento sismico. L? area colpita da tali fenomeni ricalca a grandi linee il cosiddetto “Cratere Sismico” delimitato dal Dipartimento della Protezione Civile, anche se alcuni dei dissesti segnalati si sono verificati a distanze maggiori, fino a 50-60 km, dall’epicentro del sisma. I comuni interessati sono distribuiti tra le provincie di l’Aquila e Teramo.