Si chiude con un dato negativo (poco meno di un milione di euro di perdite al giorno) il 2012 dell’export per le imprese abruzzesi. Secondo un’indagine condotta per la Cna regionale da Aldo Ronci, infatti, le esportazioni regionali hanno subito una flessione del 4,8%, contro un incremento medio nazionale del 3.7%: quindi con una differenza negativa di ben 8,5 punti percentuali.
In crisi soprattutto il comparto delle moto, ovvero uno dei gioielli produttivi insediati in Abruzzo, e segnatamente nella provincia di Chieti: il volume complessivo delle esportazioni, che nel 2011 era stato di 502 milioni di euro, in soli dodici mesi è calato a 337, con una variazione negativa del 32,9%. Tutto il contrario di quanto accaduto a livello nazionale nello stesso comparto (+4,4%), ma anche nel settore della produzione di mezzi di trasporto a quattro ruote, altra punta di diamante dell’export regionale: variazione percentuale identica alla media Italia (poco più del 3%) con “solo” 79 milioni di euro in meno di export (2.479 milioni nel 2012 contro 2.558 dell’anno prima).
Insomma, è proprio l’andamento della produzione di auto, moto e veicoli industriali realizzati delle multinazionali insediate nella provincia di Chieti a fornire la cifra tecnica dell’andamento dell’export abruzzese nel 2012. Insieme, infatti, i due settori mettono assieme quasi 3 miliardi di euro, su un totale di poco inferiore a 7 miliardi (dunque, oltre il 37%), laddove a livello nazionale rappresentano appena l’8%.
Per tutti gli altri settori produttivi, il bilancio finale del 2012 si presenta con luci ed ombre: contrazione del 2,5% (contro un aumento medio nazionale del 4,1%), volume che scende di 104 milioni (4.081 milioni contro 4.185) e note significative solo per articoli farmaceutici (+48 milioni, con il 16% in più), macchinari (24; 3,4%) e mobili (11; 12,2%). Segnali negativi, al contrario, arrivano dai comparti della gomma e della plastica, dall’abbigliamento e dai prodotti chimici. Quanto infine ai prodotti agricoli, discreta la performance del 2012, con un incremento di 6 milioni sul 2011 (da 49 a 55 milioni, con ben il 12,7% di crescita) mentre i prodotti alimentari hanno fatto segnare una lieve caduta (da 431 a 430 milioni).