La notizia era relativa ad un fatto di cronaca avvenuto in un locale pescarese e i personaggi coinvolti avevano chiesto la rimozione dell’articolo. Il giudice unico Rita Di Donato ha condannato Primadanoi.it al pagamento di 17mila euro, tra risarcimento danni e spese legali,riconoscendo il diritto all’oblio e facendo prevalere la legge sulla privacy sul diritto di cronaca.
“Oggi” commentano dalla redazione “c’è stata l’ennesima conferma che la privacy vale più del diritto di cronaca, che in questo Paese si può scrivere ma si deve dimenticare in fretta. La cifra da sborsare ci strozza e dichiara la nostra morte”.
La redazione ha dunque proclamato “uno sciopero a tempo indeterminato e nelle prossime ore deciderà se riprendere gli aggiornamenti o concludere per sempre questa esperienza editoriale”.
Il direttore Alessandro Biancardi e la redazione si sentono, infatti, “ammazzati dalla giustizia” e sono amareggiati dal fatto che “oggi non c’è spazio per poter compiere il nostro mestiere con onestà e integrità. Chi è onesto deve soccombere, prima o poi”.
LA NOTA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI D’ABRUZZO
Per la seconda volta lo stesso Tribunale, quello di Ortona, con due sentenze di due giudici diversi, nello spazio di poco meno di un anno, ha condannato la stesso testata on line, primadanoi.it, per aver conservato una notizia di cronaca nel suo archivio elettronico. Per la seconda volta l’ Ordine dei giornalisti d’ Abruzzo, nell’ esprimere solidarietà non formale ai colleghi della testata, ribadisce il concetto che in assenza di norme di legge sul diritto all’ oblio nel mondo di Internet, il vuoto legislativo non può essere colmato da una giurisprudenza territoriale che finora non ha trovato riscontri di sorta a livello nazionale. Se anche primadanoi.it avesse tolto la notizia il giorno successivo alla sua pubblicazione i motori di ricerca l’ avrebbero indicizzata ed oggi sarebbe comunque nella disponibilità dei fruitori della rete. Se anche primadanoi.it avesse accolto immediatamente la richiesta degli interessati ad oscurare la notizia dal proprio sito essa sarebbe comunque rintracciabile in rete nei siti di altre decine di organi di informazione. Come si comporterebbe il tribunale di Ortona di fronte agli archivi elettronici che, a pagamento, consentono di accedere alle notizie di decenni addietro? Il diritto dei cittadini ad essere informati sui fatti della vita è un valore universale indiscutibile, come lo è quello del dovere dei giornalisti a non nascondere le notizie in loro possesso. Nel caso specifico tale diritto-dovere non è neppure mitigato dal vulnus alla persona o alla riservatezza del dato sensibile poiché si è trattato di un fatto di cronaca nera che attiene al più generale interesse pubblico. Siamo, dunque, in presenza, di una sentenza, reiterata, che colpisce con una certa ostinazione un mezzo di informazione che sta svolgendo correttamente la sua funzione pubblica.
La redazione di Cityrumors.it esprime la propria solidarietà e vicinanza ai colleghi di Primadanoi.it