“Il nostro – dichiara Donato Marcotullio presidente di ideAbruzzo – è un movimento politico localistico ma non campanilistico diffuso pressocchè in tutte e quattro le province abruzzesi e, come tanti altri temi, quello del riordino delle Province ha la nostra attenzione anche se sinora abbiamo preferito non mischiarci al marasma a cui stiamo purtroppo assistendo. L’inutilità politica delle Province riteniamo sia sancita definitivamente dal dibattito sterile a cui stiamo assistendo sul riordino imposto dal Governo. Ancor più ci allarma se le stesse Province saranno, come pare dovrà essere in seguito, gestite da una assemblea di sindaci per determinarne gli indirizzi da dare alla struttura amministrativa, e ben si conoscono le dinamiche di tali assemblee.Noi riteniamo che se il Governo avesse voluto azzerare il numero delle Province lo avrebbe fatto. Invece, riteniamo per non creare ulteriore caos dal punto di vista gestionale ed amministrativo, si è preferito porre dei paletti e delle limitazioni determinate da parametri precisi e fissati ad una specifica data in modo da evitare furbate e giochetti. È pacifico, quindi, che la scelta è strettamente matematica e legata a valori precisi di estensione e numero di abitanti per essere considerati come Provincia ancora da tenere attiva. Non sono stati portati a riferimento parametri diversi come quelli che si stanno snocciolando in queste settimane, non vorremmo che addirittura qualche esponente arrivasse ad affermare che una Provincia non può essere accorpata ad un’altra o nei confronti di un’altra ha maggior valore perché da alcuni reperti di ere geologiche remote la sua Provincia si è formata, fisicamente, prima delle altre dal punto di vista geologico. I parametri sono fissati e chiari. La possibilità di agire diversamente per accorpamenti come alcuni dati per scontati è da ritenere praticabile solo se c’è un accordo, amministrativo prima che politico, che dia la possibilità di gestire al meglio i servizi, per quel poco o nulla che vengono erogati dalle Province stesse”.
“La polemica che ci appare più forte – aggiunge Sergio Montanaro del direttivo regionale di ideAbruzzo – è quella tra Chieti e Pescara. Ma anche di questa non ne comprendiamo il motivo. L’accorpamento riguarda le Province non le città che sono coinvolte come Capoluogo in seconda battuta. Ma se chi non ha i requisiti vuole imporre a chi li ha un accorpamento pregiudizievole per le poche risorse ancora disponibili, è evidente che il diniego è forte. Altra perplessità sulla reale intenzione di chi, a pieno titolo, dal punto di vista politico, sta gestendo queste questioni, è la mancanza di una proposta unitaria delle Province di Chieti e Pescara. Questo alla luce della tanto sbandierata volontà dichiarata dei Presidenti di accorpare i servizi espressa alcuni mesi orsono. È pur presumibile che tali dichiarazioni furono fatte a cavallo del movimento di opinione che chiedeva a gran voce la soppressione totale di tutte le Province e probabilmente non si era tenuto conto che si sarebbe potuto arrivare a richiederlo veramente. Ancor più ci stupisce la presa di posizione del Consigliere regionale Sospiri che pretenderebbe di far prevalere Pescara, che non ha i requisiti richiesti, basandosi su una forza numerica dei Consiglieri regionali eletti nel pescarese. Non lo sfidiamo ad attuare la sua proposta, ma se ciò dovesse accadere, non vediamo come potrebbe poi recuperare in credibilità politica per la Regione Abruzzo intera se dovessero essere confermati i rumors che lo vedrebbero candidato per il Parlamento a rappresentare l’Abruzzo.La proposta della Provincia unica potrebbe essere anche da ritenere sensata, ma allora, perché non proporre di azzerare le quattro Province abruzzesi garantendo non dal punto di vista politico e quindi di poltrone, ma dal punto di vista gestionale ed amministrativo, una equa distribuzione sul territorio degli uffici e dei funzionamenti. Questo senza scomodare concetti come quelli delle aree omogenee o assimilabili che sono sempre alla base di discorsi campanilistici e quindi poco condivisibili da altri”.
“I parametri – chiude Donato Marcotullio presidente di ideAbruzzo – ci indicano la strada. Chi li ha li ha. Chi non li ha deve farsene una ragione non imputabile ad altri e soprattutto non pretendere nulla e proporre soluzioni mediate concrete con umiltà, con spirito collaborativo e non certamente prevaricatore. Ma questa è la Politica. Quella con la p maiuscola”.