E’ quanto dichiara il responsabile regionale di Cna Costruzioni, Federico Scardecchia, secondo cui “in un contesto di grave crisi settoriale che mostra segni negativi da anni, questo risultato rappresenta pur sempre una boccata d’ossigeno. A stupire, semmai, è il clima di precarietà che da sempre accompagna questa importante misura, che entra ed esce ogni anno dalle leggi finanziarie, fino a generare un clima diffuso di incertezza tra i cittadini e gli operatori del settore”.
Le cifre, innanzi tutto. Secondo l’Enea, cui spetta a livello nazionale il compito di tracciare periodicamente un bilancio sull’andamento degli incentivi, il 60 per cento degli interventi realizzati in Abruzzo ha riguardato gli infissi; il 25 per cento le caldaie “a condensazione”; il 7 per cento l’uso del solare termico; il 5 per cento pompe di calore; l’1 per cento l’isolamento delle pareti. Quanto al patrimonio abitativo, le operazioni di restyling energetico hanno interessato per oltre il 50 per cento edifici realizzati tra il 1961 e il 1982, prevalentemente destinati a uso residenziale (95 per cento); di dimensioni non eccessive (sotto i 259 metri quadrati per il 92 per cento); più abitazioni isolate (45 per cento) che condomini (30 per cento).
E sempre in Abruzzo, secondo i dati elaborati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, il costo medio degli interventi è stato di 10mila euro, con lo 0,46 per cento degli edifici interessati. “Basta confrontare questo dato con quello di una regione particolarmente attiva, il Trentino” prosegue Scardecchia “per comprendere la differenza di attenzione verso gli incentivi: lì la media degli interventi è stata di 14mila euro e il patrimonio abitativo interessato dell’1,44 per cento”.
Ma è soprattutto sullo sviluppo di nuove tecnologie come il solare termico che balza agli occhi l’arretratezza abruzzese rispetto agli investimenti operati nel centro-nord: appena lo 0,8 per cento degli interventi, contro il 19 per cento del Veneto e il 16 per cento della Lombardia.
E Cna Costruzioni punta il dito contro l’incertezza che accompagna le agevolazioni fiscali: “Il rinnovo” accusa Scardecchia “arriva spesso in extremis, a dicembre, e solo dopo grandi pressioni delle associazioni d’impresa. In queste condizioni, i cittadino sono disincentivati a investire, e i progettisti a proporre interventi. Eppure, soprattutto nel mondo delle piccole imprese, cresce la propensione a specializzarsi proprio nell’installazione di materiali legati al risparmio energetico”.
In generale, le preoccupazioni delle associazioni del settore delle costruzioni si appuntano sull’intero comparto delle “rinnovabili”: “Il Quinto conto energia nazionale versa in condizioni di incertezza assoluta “conclude Scardecchia “e se continua così questa sarà davvero la pietra tombale sull’unico settore vitale dell’edilizia italiana. In una regione, come la nostra, dove certo le istituzioni poco e nulla fanno per far crescere la capacità di innovare”.