“Il punto” spiega la Sclocco “è che purtroppo sono concesse agevolazioni per i contratti di consulenza con giovani professioniste con una remunerazione ammissibile non superiore a 150 euro a giornata (costo orario minimo 18,75 euro all’ora), una somma nettamente inferiore a quella contrattuale di un operaio con un minimo di specializzazione, molto al di sotto del parametro FSE di 57 euro per un docente con meno di 5 anni di esperienza. Inoltre il bando presenta una criticità importante, ovvero la mancanza di una griglia di valutazione per le domande che verranno presentate. In questo momento veramente difficile per la nostra economia si dovrebbero affermare standard più elevati del lavoro professionale femminile che possano essere utili anche per una nuova fase di sviluppo e crescita per la nostra regione”.
Immediata la replica di Gatti: “Innanzitutto il progetto non ha niente a che fare con il POR FESR, ma rientra nel Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo e il fatto che molte associazioni di categoria stiano aprendo appositi sportelli per divulgarlo dice molto della qualità del suo contenuto. Se l’unico punto di critica che si muove al progetto è quello inerente la linea di intervento ‘Più Professioniste’ e in particolar modo alla cifra di incentivo individuata, occorre allora solo illuminare alcuni semplici aspetti che evidentemente sono sfuggiti. Le professioniste che saranno utilizzate dalle imprese sono consulenti e non lavoratrici subordinate ed è quindi del tutto insensato dividere l’incentivo di 150 euro per le 8 ore lavorative. In secondo luogo quello della Regione è un incentivo alle imprese che sono libere di attivare consulenze anche per un costo maggiore. Sono certo che l’amica Marinella Sclocco, visto il comune interesse nel promuovere opportunità di crescita professionale e lavorative serie e concrete per le donne, rifletterà dopo queste elementari e logiche informazioni sull’opportunità di svolgere l’interrogazione o più utilmente di ritirarla”.