“Un’iniziativa – ha sottolineato Chiavaroli – che arriva in coincidenza con l’ennesimo assassinio, stavolta in Siria, di operatori dell’informazione: l’americana Marie Colvin del Sunday Times e il fotografo francese Rémi Ochilik. Una lista che, purtroppo, continua ad allungarsi. Fino ad oggi infatti, pur fra mille difficoltà, il Premio Russo è stato svolto solo grazie all’impegno privato della “Fondazione Antonio Russo”, per promuovere iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla affermazione e la difesa dei diritti umani e civili nelle zone di guerra e del ruolo dell’informazione in tali contesti”.
Il Premio Giornalistico sul reportage di guerra “Antonio Russo” , che si svolge dal 2002, è rivolto agli operatori dell’informazione di fama nazionale e internazionale che si siano distinti per la loro attività sui territori di guerra e per il contributo di verità dei loro servizi giornalistici. Sin dalla sua prima edizione, il Premio – che si tiene in provincia di Chieti ogni ottobre nell’anniversario della scomparsa di Antonio Russo – ha saputo guadagnare crescente prestigio nella ribalta nazionale e internazionale grazie all’impegno e alla partecipazione (anche in qualità di giurati) delle più prestigiose e autorevoli firme del giornalismo. Inoltre il Premio Giornalistico ha ricevuto il patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato insignito della medaglia della Presidenza della Repubblica.