Sono 855 le realtà locali che hanno modificato i propri Regolamenti Edilizi, per inserire nuovi criteri e obiettivi energetico-ambientali in modo da migliorare le prestazioni delle abitazioni e la qualità del costruito, con una spinta dal basso che riguarda grandi città e piccoli centri, per un totale di 20 milioni di abitanti interessati. Un dato che, rispetto al 2008, è aumentato di quattro volte.
E l’Abruzzo che fa? Resta indietro in maniera imbarazzante. Occorre una nuova regia che ci aiuti a recuperare il ritardo, si legge nella nota.
“Dall’analisi del rapporto” spiega Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente Abruzzo “emerge che in Abruzzo sono solo 13 su 305 i Comuni che hanno introdotto modifiche ai regolamenti edili sull’efficienza energetica degli edifici. I regolamenti edilizi si stanno confermando un’ottima chiave per capire l’evoluzione verso un settore sempre più sostenibile. Questi strumenti rappresentano oggi uno snodo fondamentale nel processo edilizio: qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e interessi, competenze in materia urbanistica ed energia di Stato, Regioni e Comuni”.
Si tratta di diversi parametri di sostenibilità, che vanno dall’isolamento termico degli edifici all’utilizzo delle fonti rinnovabili, dalle tecnologie per l’efficienza energetica all’orientamento e alla schermatura dal sole, la prestazione dei serramenti, l’utilizzo dei materiali locali e riciclabili e la permeabilità dei suoli: tutte pratiche che trovano attuazione nelle direttive europee, che diventano sempre più vincolanti.
“L’Abruzzo è fortemente in ritardo” aggiunge Nelli. “Questo lo dimostrano la carenza e l’assenza di normative in materia di rendimento energetico degli edifici: di normative vincolanti in materia di fonti rinnovabili in edilizia e in materia di certificazione energetica, e di un albo dei certificatori che dovrebbero guidare questa rivoluzione culturale, economica e ambientale in materia di innovazione in questo settore. Non dimentichiamo che dall’1 gennaio 2012 è obbligatoria la certificazione energetica di un edificio; dall’1 giugno 2012 diventerà obbligatorio raggiungere prestazioni termiche da fonti rinnovabili; e non dobbiamo dimenticare la direttiva 31/2010, che fissa al 2019 la scadenza per arrivare ad ottenere edifici “neutrali” da un punto di vista energetico. Eppure, proprio in questo momento di forte difficoltà del settore delle costruzioni, occorrerà seguire con grande attenzione la transizione verso il 2019: questa prospettiva deve divenire la bussola per uscire dalla crisi, che punti su innovazione e qualità secondo i crismi della green economy. Una prospettiva che può incrementare anche il tasso occupazionale perché presuppone un forte investimento in formazione, in quanto questo tipo di interventi ha bisogno di più lavoro meglio qualificato e di una buona legislazione regionale sulle prestazioni energetiche degli edifici e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili”.