“Delle recenti circolari – spiega D’Amico nella lettera – AGEA hanno sostanzialmente rivoluzionato i titoli di conduzioni delle superfici agricole da parte degli agricoltori rispetto a quanto l’avevamo conosciuto sinora. L’AGEA, volendo dar corpo e contenuto a reali e concreti titoli di possesso e/o proprietà, ha fortemente irrigidito le possibilità di deroga che, in precedenza, avevano favorito e semplificato la certificazione di conduzione delle superfici agricole le quali, soprattutto nelle aree interne, hanno rappresentato un modo utile, snello e corretto per godere dei benefici legati alla pac ma anche un concreto stimolo a coltivare la terra presidiando il territorio. Ora, dando per acclarato la naturale fine dei contratti in essere (verbali e/o registrati) già caricati e protocollati sul portale SIAN relativamente ad ogni singolo produttore agricolo, ad iniziare da quelli del corrente anno 2012 e per tutte le nuove particelle che andranno ad inserirsi è necessario fornire dati certi ed inconfutabili dei contraenti pena l’inammissibilità al godimento dei benefici comunitari e di tutto quanto legato alla tenuta del fascicolo. Lei mi dirà che è giusto sia così perché coerente con il principio comunitario dell’effettiva titolarità al godimento dei benefici e contributi; nulla da eccepire ma siamo passati da …eccesso di permissivismo ad un rigore troppo severo e selettivo. Accadrà che: nelle zone interne, causa la forte parcellizzazione territoriale, molti produttori agricoli non potranno dimostrare l’effettivo titolo alla conduzione in quanto, tanti proprietari risultano nelle visure catastali, sono irreperibili perché emigrati all’estero o, in taluni casi, deceduti e gli eredi non reperibili; l’introduzione forzosa del contratto bilaterale di affitto, in luogo di quello unilaterale registrato talvolta anche cumulativo in forza del disposto della legge 448/98 e s.m.i., non consentirà più neanche la possibilità di rendere certo ed ufficiali conduzioni che si trascinano da anni formate sulla parola ma che potevano rendere anche delle entrate allo stato in ragione del fatto che l’affittuario ha l’obbligo della dichiarazione dei redditi agrari in dichiarazione; medesima cosa accadrà in taluni casi in cui si potrebbe utilizzare il mezzo dell’autocertificazione. Tutto questo sostanzierà che: i produttori agricoli perderanno la possibilità di accedere ai contributi comunitari che si unirà al forte calo dei loro redditi aziendali frutto anche del calo dei prezzi di mercato dei prodotti agricoli; si perderanno i benefici legati all’acquisto a prezzi agevolati del carburante legato ai terreni dichiarati sul fascicolo del produttore; ci sarà un sensibile ed ulteriore aumento dell’abbandono del territorio con tutte le infauste e negative conseguenze ne verranno dopo. Le chiedo, pertanto, in forza della sua autorevole e puntuale presenza al tavolo istituzionale della conferenza stato – regioni – conclude D’Amico – di porre la questione la quale non è solo Abruzzese ma significativamente presente nell’intero sud Italia. Infine, laddove Lei lo ritenga utile ed opportuno, siamo anche disponibili a rappresentare in un apposito tavolo, anche documentalmente, quanto qui descritto”.