Lo ha affermato questa mattina il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino, annunciando in conferenza stampa, assieme ai direttori provinciali di Chieti, Patrizio Lapenna, e dell’Aquila, Carlo Rossi, l’esito del vertice con gli assessori al bilancio ed alle attività produttive della Regione e la valutazione dell’uscita dal Patto per lo Sviluppo.
“Negli ultimi tre anni” ha sottolineato Giammarino “il mondo produttivo abruzzese si è fatto carico di sacrifici enormi in nome del risanamento economico e finanziario, a partire da una tassazione che resta la più elevata d’Italia. Abbiamo sottoscritto coraggiosamente il Patto per lo Sviluppo in nome di una gestione corale della vertenza Abruzzo e delle strategie per la crescita e la ripresa. Dopo tre anni di responsabilità e per la terza volta consecutiva, ci viene sottoposto all’ultimo minuto un bilancio regionale che assegna alle attività produttive zero risorse e che arriva pochi giorni dopo la rimodulazione del Fondo Unico per le Attività Produttive decisa attraverso una delibera di giunta (numero 869 del 5 dicembre 2011) nella quale il governo regionale ha compiuto scelte precise: dei 19 milioni 336 mila euro destinati alle imprese, gran parte è stata infatti distratta per altri scopi, nonostante l’impegno ufficiale dell’assessore alle Attività produttive di discutere con le imprese la destinazione delle risorse provenienti dal Fondo Unico, sia quelle nuove che quelle derivanti da rimodulazione. Con le risorse destinate alle imprese, la giunta ha scelto di pagare i mutui anche per il 2013, ha deciso di pagare i costi delle strutture di alcuni consorzi industriali, ha anticipato le risorse per un progetto, Abruzzo 2015, già inserito nei fondi Fas e mai discusso con le forze sociali, ha assegnato risorse all’aeroporto e per i voli in outgoing, cioè per portare gli abruzzesi all’estero e precisamente in pellegrinaggio a Medjugorie via Monstar. Le scelte sono purtroppo chiare: la giunta ha deciso di assegnare le poche risorse certe a voci che nulla hanno a che fare con le imprese, alle quali invece si chiede di aspettare risorse del tutto incerte nella quantità e nella tempistica”.
“La morsa creditizia” ha aggiunto Lapenna “sta stritolando migliaia di piccole e medie imprese abruzzesi che non hanno potuto contare neppure sulle feste di fine anno per migliorare gli incassi magrissimi del 2011 e che dunque è destinata ad aggravarsi fin dalle prime settimane del 2012. I consorzi fidi in questi tre anni sono stati gli unici a farsi carico della crisi delle imprese, ma con questa Finanziaria nessuno sforzo è stato fatto per agevolare l’accesso al credito delle imprese: nei dibattiti politici si continua a parlare delle difficoltà di accesso al credito per le Pmi come di una delle principali ragioni di questa crisi, ma al momento delle scelte decisive diventa per la giunta regionale una semplice opzione da tenere in considerazione solo in ultima ipotesi”.
“Siamo preoccupati” ha detto ancora Rossi “perché il governo regionale non ha compreso la gravità della situazione economica delle 130 mila imprese, in primis commerciali, turistiche e artigianali. Il governo regionale è evidentemente diviso al suo interno, e ce lo ha dimostrato chiaramente anche nell’incontro che ieri abbiamo avuto con gli assessori al Bilancio ed alle Attività produttive. Non è nostro compito entrare nel merito di queste divisioni, ma le imprese non hanno più la forza di attendere i tempi della politica né di sostenerne i costi”.
“In questo quadro” ha concluso Giammarino “dobbiamo prendere atto dello svuotamento politico, voluto dal governo regionale, delle funzioni del Patto per lo Sviluppo, mai convocato per discutere dello strumento decisivo dell’economia regionale come il bilancio. Ci chiediamo a questo punto il senso di mantenere in vita uno strumento che lo stesso governo ha deciso di svuotare: noi stiamo valutando di uscirne. L’assessore alle Attività produttive, che pure aveva alimentato molte speranze, si sta rivelando l’assessore dei tempi infiniti ma delle scelte precise: a differenza di altre Regioni, l’Abruzzo non si è opposto alla liberalizzazione degli orari commerciali decisa dal governo Monti e che è un vero e proprio regalo alla grande distribuzione. Abbiamo chiesto alla giunta regionale ed ai consiglieri di maggioranza e opposizione un cambio radicale di passo. La delibera del 5 dicembre va rimessa in discussione. Le poche risorse certe destinate alle imprese vanno indirizzate alla vera emergenza, e cioè l’accesso al credito. Le risorse che dovranno arrivare potranno coprire gli altri progetti della giunta, ma solo dopo. La giunta può scegliere di indirizzare le risorse altrove, assumendosi la responsabilità politica e sociale di impedire il salvataggio di migliaia di imprese abruzzesi. Oppure può sostenere una iniezione di liquidità che, con l’effetto moltiplicatore dei consorzi fidi, può dare una speranza al tessuto produttivo di questa regione”.