“Si tratta di un lavoro importante” ha detto Febbo “che ci offre un quadro generale d’insieme sullo stato dell’agricoltura abruzzese che si dimostra vitale e complessivamente in salute, seppur con qualche eccezione. I numeri della nostra agricoltura dicono, per esempio, che a fronte di un aumento delle grandi aziende del 16,87 per cento in Italia, in Abruzzo siamo arrivati al 60,89 per cento. Nel complesso il numero totale delle aziende diminuisce, ma se nel Paese siamo ad un -32,2 per cento, nella nostra regione il dato è del -13,6 per cento. In Abruzzo abbiamo oltre 67 mila aziende e questo è sicuramente sinonimo di un settore vitale e che ha voglia di crescere ancora. C’è da sottolineare come poi a fronte di una diminuzione del 29,2 per cento delle donne capoazienda in Italia, in Abruzzo si registri una controtendenza sicuramente significativa con un +6 per cento. Ci sono sempre più donne a capo di imprese agricole e aumenta in generale anche il titolo di studio di chi decide di investire nel comparto agricolo”.
L’assessore ha poi sottolineato come si consolidi la caratteristica di avere particolari peculiarità per ogni provincia. “La provincia dell’Aquila consolida il primato per prati e pascoli, quella di Chieti nelle coltivazioni legnose, mentre per i seminativi, il dato migliore arriva dal Teramano. Abbiamo poi l’area del Fucino che nell’ambito orticolo ci regala grosse performance e segnali positivi, in controtendenza con il dato negativo nazionale. Da sottolineare anche l’aumento, sempre in controtendenza con il resto del Paese, dell’aumento dei terreni coltivati ad olivo. Qualche problema, ma lo sapevamo, arriva invece dal comparto zootecnico dove si è registrato un -14,2 per cento, rispetto al -8,2 per cento nazionale”.