“Il Piano Frane della Regione Abruzzo (detto comunemente PAI) è uno strumento di pianificazione a vasta scala e sovraordinato, in continuo aggiornamento per il naturale evolversi dei fenomeni di dissesto idrogeomorfologici”.
“Il Piano è stato adottato nel 2005 ed approvato nel 2008; interessa un territorio di circa 8500 Km2 e comprende 272 Comuni tra Abruzzo e Molise”.
“Il PAI individua sul territorio di competenza una serie di processi geomorfologici riconducibili a fenomeni gravitativi di versante che interessano terreni e rocce (frane) cui è associato un determinato livello di pericolosità”. “Il PAI non contempla, quindi, livelli di pericolosità correlati a processi valanghivi, fenomeni significativamente diversi dalle frane: pertanto non è lo strumento utile per le valutazioni del rischio da valanga”.
“La carta geomorfologica del PAI, in località Rigopiano, non riconosce alcun corpo di frana, ma unicamente una ‘conoide alluvionale attiva’; una conoide alluvionale è un deposito sedimentato da un corso d’acqua in corrispondenza dello sbocco di una valle”.
“Tale elemento geomorfologico, pertanto, non è correlato a processi gravitativi e, per tale ragione, al simbolo di ‘conoide alluvionale attiva’ non è associato alcun livello di pericolosità”
. “Resta fermo che, essendo la carta geomorfologica una delle cartografie maggiormente significative ai fini della pianificazione territoriale, il simbolo di ‘conoide alluvionale attiva’ va inteso come un elemento di attenzione per studi a scala di dettaglio e a carattere puntuale”.