“In tempi di vacche magre” aggiunge “Chiodi si permette il lusso di rinunciare a 30 milioni di euro che per l’Abruzzo sono più di una manovra finanziaria; questo solo perché non ha adeguato il canone per l’uso idroelettrico dell’acqua. Oggi in Abruzzo il canone è di poco superiore ai 14 euro per Megawatt mentre in Molise e in Basilicata è stato aggiornato a 35 euro. La Regione Abruzzo incassa canoni in base ad una potenza nominale di 362MW che è quella che risulta nel 2010. Ma il Gestore dei Servizi Energetici ne ha quantificata una reale di 1200 MW, praticamente tre volte tanto. In soldoni, invece di 5 milioni di euro attualmente introitati, si potrebbero incassare ben 35 milioni. A questo punto sorge spontanea la domanda: perché Chiodi non adegua i canoni e soprattutto perché non dedica alla questione un minimo di attenzione e fa una puntuale verifica degli impianti di produzione idroelettrica presenti nella Regione, perché non si accerta degli incassi e recupera le probabili differenze? O il nostro bilancio regionale non ha più bisogno di entrate?”