Chieti. Cambia il contesto, ma ”l’italiano medio è alla base sempre quello, in lui c’è quell’equilibrio strano tra voglia di cambiare le cose e assoluto menefreghismo”.
Ne è convinto Maccio Capatonda comico multimediale (dalla radio al web, passando per piccolo e grande schermo), che sul tema ha ironizzato nel suo esordio da regista e protagonista, intitolato appunto Italiano medio (2015).
Il film, prodotto da Marco Belardi per Medusa, sarà in sala nel 2017. Nel film, che ha nel cast anche un altro suo amico e collaboratore, Ivo Avido (Enrico Venti), con Antonia Truppo e Fabrizio Biggio, tutto parte da uno strano omicidio che sconvolge la vita sempre uguale dello sperduto Acitrullo, nell’entroterra abruzzese.
Quale occasione migliore per il sindaco (Capatonda) e il suo vice (Ballerina) per far uscire dall’anonimato il paesino? Oltre alle forze dell’ordine infatti, accorrerà una troupe del famigerato programma televisivo “Chi l’acciso?”, condotto da Donatella Spruzzone (Ferilli).
In ‘Italiano medio’ ”ho ironizzato molto sui media – ha spiegato Capatonda qualche mese fa all’ANSA durante Giffoni Experience – mentre Omicidio all’italiana racconta più che altro una contaminazione. Quella che capita in un paese privo di ‘contagi’ della modernità dove di colpo arriva una botta di vita pazzesca”.
Si fa satira “anche sulla tecnologia, sulla contemporaneità, sulla ricerca di identità che può essere di un luogo come di una persona”.
Capatonda è inoltre in onda dal 26 ottobre in esclusiva su Infinity con la sua nuova sitcom da regista e protagonista, Mariottide, sempre con Ballerina, prossimo anche al debutto da protagonista in assolo, nella commedia Quel bravo ragazzo di Enrico Lando, nelle sale dal 17 novembre.
In Mariottide il protagonista è un cantante neomelodico squattrinato che cerca di celare la sua condizione di povertà a Fernandello, un ragazzo un po’ ritardato, trovato per caso in un cassonetto all’età di 30 anni. “Mi piace definirlo un eroe post modesto, che cerca di destreggiarsi in questa Italia piena di ladroni e furfanti” ha spiegato l’attore, che il 30 ottobre sarà con Ballerina a Lucca Comics per una masterclass ‘post modesta’.
L’abruzzese Capatonda, all’anagrafe Marcello Macchia, classe 1978, ha iniziato la sua collaborazione con Ballerina ”quando Luigi è venuto a fare l’operatore per i primi filmati che realizzavo insieme a Ivo Avido… poi è tornato come autore, ed è diventato il mio sparring partner di idee”.
L’esordio di Italiano medio (quattro milioni di euro al botteghino e critiche contrastanti), non ha lasciato Capatonda indenne: ”lì per lì ero rimasto male per le recensioni negative, ma poi le ho trovate quasi sempre giuste. Mentre le positive in genere confermano quelle che già penso siano le potenzialità del mio lavoro, le negative, sono molto utili per rimanere coi piedi per terra e cercare di migliorarmi. Non mi sento mai arrivato”.
Ha debuttato da regista in commedia, ”ma avevo anche pensato a un horror, un genere che amo da quando ero piccolo. Ho visto Shining a cinque anni, Profondo rosso a sei. Tra i 13 e i 15 anni ho girato tre mediometraggi su Venerdì 13 ambientati a Chieti”.
Con i suoi film vorrebbe ”non solo far ridere, ma anche comunicare qualcosa sul mondo che ci circonda”. Qual’è il segreto per creare tanti tormentoni? ”Non pensare a doverne fare uno, sennò non ti viene e mantenere la spontaneità, non ragionare con troppa furbizia”.