Il fallimento della ‘filiera’ del centro destra in Abruzzo

fallimentoLa dissoluzione del cosiddetto “Modello Teramo” e il fallimento della filiera del centro destra in Abruzzo stanno tutte in dieci schematici punti, elaborati dal Pd regionale e provinciale ed elencati questa mattina in conferenza stampa.

Dal lavoro alla pubblica amministrazione, dalla ricostruzione post sisma all’emergenza alluvione, passando per sanità, rifiuti e ambiente e finendo con la scuola, la cultura e la tanto decantata meritocrazia. Un giudizio decisamente drastico sotto ogni aspetto. “La dissoluzione del Modello Teramo è evidente” commenta il segretario provinciale Robert Verrocchio “ormai anche il centro destra ha smesso di parlarne”.

Il Pd punta, dunque, il dito contro Regione e Provincia di Teramo, Gianni Chiodi e Valter Catarra, “incapaci” di mettere in campo politiche efficaci di contrasto alla crisi economica che giorno dopo giorno “mangia” il territorio teramano e lo priva delle sue risorse fondamentali e produttive, le stesse che hanno reso questa provincia una sorta di “isola felice”.

pd_modello_teramoA partire dal lavoro. La provincia di Teramo vive una crisi economica senza precedenti : imprese, lavoratori e giovani vengono lasciati senza risposte. La Regione Abruzzo è quella con il maggior numero di cassaintegrati d’Italia e Teramo fa ricorso agli ammortizzatori sociali più di ogni altra provincia abruzzese: 37mila i lavoratori in cassa integrazione mentre i disoccupati sono più di 50mila. “Il problema è la forte mancanza di strategie di sviluppo” commenta il capogruppo in Consiglio Provinciale, Ernino D’Agostino “e non si riesce nemmeno a completare la programmazione regionale per i fondi comunitari. Senza parlare delle autentiche truffe consumate dal Governo a danno del territorio, in particolare sulle infrastrutture (quarto lotto della Teramo- Mare e Pedemontana Abruzzo-Marche). Su questo, nessuna reazione da parte di Regione e Provincia”. Sulla questione lavorativa, aggiunge il consigliere regionale Claudio Ruffini, “Chiodi è riuscito a fare miracoli, mettendo insieme il diavolo e l’acqua santa, Confindustria e Cgil: un chiaro sintomo di una crisi molto pesante. Il Governatore è stato bocciato non solo dai lavoratori, ma anche delle imprese”.

E poi, ancora, la Pubblica Amministrazione. “Gli Enti e le Aziende regionali” spiegano “dai Consorzi industriali alle aziende per l’edilizia pubblica, sono commissariati da anni e le riforme promesse sono ancora annunci senza seguito”.

Ma a pesare tanto sul bilancio negativo dell’amministrazione regionale di centro destra sono le questioni emergenziali, relative al post terremoto del 2009 e all’alluvione del marzo 2011. “Quattro Comuni teramani hanno dovuto fare ricorso al Tar per essere inseriti nel cratere e poter usufruire di aiuti economici. Nessun appoggio concreto dal governo regionale! Incredibile che abbiano dovuto essere i giudici a sancire il diritto dei Comuni montani del teramano ad essere inclusi nell’area del cratere sismico”. Sull’alluvione che ha colpito la provincia di Teramo, invece, “sono trascorsi due mesi e ancora nessuna traccia dell’ordinanza che apre le porte ai finanziamenti” denuncia il consigliere regionale Giuseppe De Luca. “Chiodi e l’assessore Giuliante hanno detto ai sindaci spendete e vi sarà rimborsato, ma la realtà dei fatti è che i Comuni sono stati abbandonati”. E intanto martedì 17 maggio il consiglio regionale si riunirà in seduta straordinaria per discutere proprio di questo argomento. “Ormai per parlare con Chiodi dobbiamo chiedere consigli straordinari”.

Altro capitolo, la sanità, un settore “in via di liquidazione”. “Cresce la mobilità passiva” commenta Ruffini “e con essa lo scontento dei cittadini”. A questo proposito il prossimo 25 maggio ci sarà un consiglio provinciale straordinario aperto alla cittadinanza per discutere quello che sembra un “vero e proprio massacro, con tagli drastici che mettono a rischio gli ospedali e i servizi del 118”.

E poi ancora, i rifiuti (“il disegno è portare la provincia al dissesto in modo da giustificare la realizzazione di un inceneritore” ha detto Verrocchio), l’ambiente, con buona pace dell’Abruzzo regione dei parchi, la scuola e i “tagli drammatici che mettono a rischio la sopravvivenza dell’Università”, oltre alla spesa sociale sostenuta dalla Regione Abruzzo che, solo nell’ultimo anno, ha subito un taglio del 35 per cento”.

E che dire della cultura? “I principali eventi culturali hanno ricevuto le briciole” commenta D’agostino “ma non mancano i finanziamenti agli amici e agli amici degli amici”. Solo un dato: “2500 euro per Castelbasso, 4000 euro per il Carnevale di Notaresco”.

Infine, ultimo punto, la meritocrazia, un “principio” ha detto ancora il capogruppo provinciale “proferito come il verbo del centrodestra. In realtà assistiamo al debordare dei peggiori metodi clientelari. In Regione, il socio di Gianni Chiodi viene pagato con fondi regionali e in Provincia, con Teramo Lavoro, i precari diventano sempre più precari. E, intanto, ci sono 18 nuove assunzioni senza selezione pubblica”.

E, a proposito di tirocini, D’Agostino ricorda un precedente consiglio provinciale, durante il quale ci fu un duro botta e risposta tra maggioranza e opposizione. “Catarra ha dato i numeri” commenta “ e i suoi dati sui tirocini si sono rivelati falsi. Le carte mostrano chiaramente che i tirocini sono passati dai 20 del 2008 ai 40 del 2010 e, per quanto riguarda la spesa, ha parlato di 100mila euro spesi nel 2008, quando in realtà si tratta di 32mila euro, e di 70mila euro spesi nel 2010, quando in realtà la somma ammonta a 100mila euro”.

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