Il progetto Radar punta ad avviare percorsi per il cosiddetto “Dopo di noi”, ovvero l’accompagnamento dei non autosufficienti al di fuori degli istituti di cura, verso un’autonomia residenziale, favorendo l’affermazione sul territorio di strutture come le case famiglia e le comunità di assistenza per persone disabili.
“Mentre c’è chi si attarda dietro sterili polemiche, mostrando un modo anacronistico di difendere gli interessi particolari e non quelli dell’intero Abruzzo” ha detto Gatti “il nostro impegno resta concentrato sul reperire più risorse possibili a livello nazionale, per garantire ai nostri cittadini servizi, se possibile migliori e più innovativi. Non solo partecipiamo ai bandi governativi per equilibrare le esigue disponibilità economiche regionali, ma abbiamo anche le competenze e le idee per vederci assegnate queste risorse. Con questo progetto ci poniamo l’obiettivo di realizzare una vera e propria rete regionale e integrata per la residenzialità delle persone non autosufficienti. Siamo convinti che una proficua e intensa interlocuzione con gli attori sociali, consentirà alla Regione di reperire risorse per attivare modelli di welfare che vanno incontro alle reali esigenze dei non autosufficienti, delle loro famiglie e delle realtà che operano al loro fianco”.