“Mi auguro fra tre anni, di non cambiare il nome in 0 euro netti” è stata la premessa di Di Sabatino. “Non tutte le Assostampa regionali hanno la stessa sensibilità verso i temi del precariato. In Abruzzo, ad esempio, abbiamo una commissione lavoro autonomo che si è costituita a marzo 2010 e fino ad oggi non ha prodotto né una pagina né una e mail. Ho conosciuto altri precari e freelance, siamo tutti animati da entusiasmo e ironia. Non siamo qui per dire piove governo ladro, saremmo rimasti fuori e avremmo anche risparmiato la nostra quota sindacale. Io metto a disposizione il cud che mi ha fatto la mia ex società editrice, parla molto di più di tanti discorsi. Avevano accumulato ritardi nei pagamenti per 14 mesi e ho scelto di andare via perché dare assenso alla gratuità non dà valore al proprio lavoro. Scegliamo di essere vittime quando accettiamo di esserlo, se accetti di lavorare gratis è perché riconosci che il tuo lavoro non vale nulla”.
Una storia come tante altre ve ne sono oggi, fatta di giovani pieni di entusiasmo e voglia di fare un lavoro, come quello del giornalista, che puoi fare solo se lo senti dentro. Una linfa vitale che ti scorre nelle vene e che troppo spesso viene rilegata su una sedia, davanti al pc informe che quasi assume una connotazione umana.
“Invito gli altri colleghi collaboratori” è l’appello di Di Sabatino “ad uscire dall’immotivata paura. In fondo il cavallo di razza cambia scuderia, ma corre sempre e sarebbe utile a tutti capire quanti sono i cavalli di razza e quanti i ronzini. Altrimenti si avvererà il detto tutti i giornalisti nessun giornalista”.