“L’unica condizione indispensabile e necessaria” ha detto il governatore rivolgendosi alle parti sociali “è che questa intesa non deve derogare dalla linea prioritaria che si è data questa Giunta fin dal primo giorno del suo insediamento e cioè la riduzione dell’indebitamento della Regione Abruzzo, che è la vera palla al piede dello sviluppo“.
Nel suo intervento Chiodi ha anche illustrato un percorso con un preciso cronoprogramma che porterà alla sottoscrizione di tutte le intese tra febbraio e marzo 2011. “Bisogna affrontare tutti insieme la sfida della competitività futura” ha detto “perché riprenderà l’economia ma non è sufficiente rispetto ai problemi che poi si dovranno affrontare. Accogliamo dunque l’invito giunto da tutte le parti sociali e rilanciamo con una tempistica precisa e con contenuti, fissando i paletti della riduzione dell’indebitamento con una precisa politica di rigore. Perché non c’è nessuna comunità al mondo che, oberata di debiti e gravata di tasse, possa avviare realisticamente un percorso di sviluppo. Questo governo regionale sta dando l’esempio perché sta riducendo fortemente il debito della Regione, avendolo abbassato del 12,5% in diciotto mesi. Questo percorso deve continuare perché dobbiamo assicurare un futuro ai giovani e perché non è giusto che noi ci mangiamo tutto e lasciamo poi il debito alle nostre future generazioni. L’unica condizione è che finisca una volta per tutte in Abruzzo la prassi di firmare le cambiali mefistoteliche“.
Il Documento presentato oggi alle parti sociali affronta tutti i nodi che la Regione si troverà a sciogliere nei prossimi anni. Dal Pil che in Abruzzo, negli ultimi due anni, ha fatto registrare tassi di crescita negativi, con punte elevate nel 2009 a causa del terremoto, fino alla produzione industriale con un netto -14%.
Sul fronte occupazionale, inoltre, l’impatto amplificato dell’effetto terremoto è stato molto elevato con una riduzione delle unità lavorative del 5,8% e i dati sulla cassa integrazione testimoniano un rallentamento dei processi produttivi. La strategia per uscire dalla crisi, secondo il governo regionale, si muove su tre priorità: modernizzazione delle istituzioni regionali, riforme necessarie al miglioramento della competitività del sistema produttivo, politiche per la famiglia e le persone.
C’è poi lo strumento del Master Plan che si fonda su tre priorità: la creazione di un Polo del costruire “sostenibile”, l’attivazione di un sistema integrato per fornitura di beni e servizi per il recupero del patrimonio artistico dell’Aquila, il rilancio della filiera produttiva delle province costiere.
Relativamente alla situazione finanziaria della Regione Abruzzo, il bilancio 2010 conta su 2 miliardi 736 milioni di euro di entrate tributarie e 32 milioni di euro di entrate extra tributarie. La spesa sanitaria si muove su un fabbisogno di 2 miliardi 264 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 98 milioni di euro per la cartolarizzazioni e 52 milioni di euro per la copertura del disavanzo. Le spese obbligatorie, invece, ammontano a 321 milioni di euro, mentre quelle per investimenti, nel periodo 2011-2013, sono di 154 milioni di euro per il Por-Fesr, 90 milioni di euro per il Por Fse, 180 milioni di euro per il Psr, 850 milioni di euro per il Par-Fas per un totale complessivo di un miliardo e 200 milioni di euro.
Nel 2010 è stato richiesto al governo centrale l’impiego di 101 milioni di euro sul Par Fas per il ripristino di importi relativi al sistema sanitario regionale 2006. In ultimo, il Dpefr affronta anche l’impatto della manovra finanziaria statale sul bilancio regionale: accostamento del 10% dei trasferimenti per deleghe ex Bassanini pari a 11,8 milioni di euro e riduzione dei trasferimenti a tutte le regioni per le funzioni delegate di 4 miliardi di euro per il 2011 e 4,5 miliardi di euro per il 2012. Quest’ultima misura incide sul bilancio della Regione Abruzzo per 137,4 milioni di euro per il 2011 e 154,8 milioni di euro a partire dal 2012. I settori maggiormente colpiti sono il trasporto pubblico locale per 37,4 milioni di euro, la viabilità per 35,5 milioni di euro, gli incentivi alle imprese per 20,3 milioni di euro, e l’ambiente per 10,6 milioni di euro.