Per questo motivo, e per far luce sul passato poco limpido di Abruzzo Engineering, l’Idv sceglie di dire basta e annuncia, in conferenza stampa questa mattina, di voler cambiare radicalmente rotta all’andazzo diffuso all’interno dell’Ente. Azione sospinta dall’eco delle vicende giudiziarie e soprattutto dal recente caso Stati. Agire oggi partendo dal passato: è questa la strada intrapresa da Costantini, che illustra, rifancendosi ad un articolo de Il Sole 24 Ore datato 2007, quanto già da vari anni la magistratura abbia nel mirino AE. Tanti i soggetti, singoli e plurali, coinvolti. AE è infatti controllata al 60% dalla Regione, al 30% da Selex, appartenente a Finmeccanica, e al restante 10% dalla Euroservizi della Provincia dell’Aquila. Una società nata nel 2006 dalle costole di ‘Collabora engineering’ per forte volontà dell’allora governatore Ottaviano Del Turco. Nel 2007 il quotidiano finanziario-economico porta alla luce come la Procura dell’Aquila indaghi su AE sospettando che fosse: “una cassaforte nella quale far entrare e far uscire mazzette e fondi neri, oltre che un serbatoio di clientele, scambi, appalti pilotati e favori politici”. Sospetti amplificati dall’aumento di fatturato del primo anno di attività di quasi 10 milioni di euro, che Il Sole 24 ore spiega come: “Merito delle commesse milionarie degli enti locali abruzzesi quasi sempre senza alcuna gara e fuori da ogni regola. I dipendenti sono schizzati da 133 a 194 (molti sono quadri senza competenze riconoscibili) e il loro costo rappresenta il 38% del fatturato (la media nazionale del settore è il 20%). Sospetti che portarono il garante per la concorrenza a bocciare alla Regione l’affidamento ‘in house’, quindi senza gara pubblica, di alcuni servizi sul territorio di cui avrebbero beneficiato anche i soci privati. Timori condivisi anche da Confindustria Abruzzo, che si preoccupa per le 200 imprese regionali del settore telecomunicazioni escluse dalla corretta concorrenza.
In tutto questo, e nel suo protrarsi negli anni, risiedono le motivazioni dell’Idv, che per bocca di Costantini dice: “ Una situazione illecita che ha trasversalmente coinvolto centrosinistra e centrodestra. Chiodi, infatti, dal suo insediamento ha spostato pienamente il progetto e non ha fatto assolutamente niente per assicurare l’esercizio del ‘controllo analogo’ da parte della Regione, requisito indispensabile perché la Regione stessa possa procedere ad affidamenti diretti”. Per ‘controllo analogo’ si intende lo stesso tipo di dettagliato controllo finanziario che si esegue circa i bilanci pubblici. “Solo un’occhiata alle carte da parte del socio dello studio di Chiodi”, continua Costantini, “non si sa bene se per cortesia o su incarico del socio privato Selex/Finmeccanica, o se pagato da qualcuno”.
Quello che manca, secondo l’Idv, è la certificazione della correttezza procedurale e delle destinazioni dei fondi pubblici passati per le mani di Abruzzo Engineering. “Nessuno, salvo presumibilmente la magistratura” dice ancora Costantini, “è in possesso di dati certi sulla quantità effettiva di denaro pubblico che AE ha potuto gestire al di fuori delle regole di tutela del mercato, e si parla di ben oltre 100 milioni di euro. Allo stesso modo, nessuno della Regione si è assunto la responsabilità di certificare che: le gestioni siano stati rispondenti ad economicità, efficacia ed efficienza amministrativa; tutti gli interventi, dal singolo euro ai milioni, siano stati realizzati a prezzi competitivi o compatibili col mercato; il reclutamento del personale abbia risposto ad esigenze industriali, piuttosto che ad altri interessi; si è trattato di una vera gestione ‘in house’”.
Una valanga di motivazioni e accuse, per le quali Idv sceglie di: “Dire basta e voltare pagina. Lo diremo domani in Consiglio Regionale presentando la proposta di istituzione di una Commissione speciale di inchiesta su Abruzzo Engineering, con poteri stringenti per ricostruire le modalità di utilizzo e la destinazione di ogni singolo euro di risorse pubbliche regionali, nazionali e comunitarie rimesse negli ultimi anni nella disponibilità di AE”, dichiara Costantini. Un’azione estesa anche a tutte le forze politiche dell’Emiciclo: “in primo luogo al Pd, e D’Alessandro mi ha già assicurato il loro supporto per dimostrare concretamente la volontà di voltare pagina fino in fondo e a qualunque prezzo”, incalza Costantini.
Un’inchiesta che potrebbe portare varie conseguenze: “Se si accerterà che anche un solo euro è stato utilizzato per fini diversi dai previsti o che ci siano state gravi negligenze, chiederemo di applicare la restituzione dei fondi e la revoca della Convenzione. Allo stesso tempo, per tutelare le professionalità realmente utili, scindendole da quelle ‘imbucate’ proporremmo la costituzione di un nuovo assetto, liberando definitivamente la Regione dai vincoli con Selex e Finmeccanica, che se in futuro vorranno collaborare con la Regione dovranno vincere regolari gare d’appalto”, spiega il capogruppo Idv. Costantini, poi, conclude con una precisazione: “Non condanniamo né politicamente, né penalmente nessuno finché non saranno conclusi gli accertamenti. Ma sono questi accertamenti che vogliamo fare, perché non si può continuare ad andare avanti con le fette di prosciutto davanti agli occhi”.
Domani, quindi, la presentazione in Consiglio della proposta di inchiesta. Ma l’iniziativa dell’Italia dei valori non si limita all’ambito regionale, come ha spiegato il coordinatore reginale Alfonso Mascitelli: “Dato che Finmeccanica è controllata al 30% dal Ministero dell’Economia, domani presenteremo un’interrogazione anche al Ministro Tremonti. Il Governo dovrà risponderci, anche alla luce di altri fondi neri attribuiti a Finmeccanica, di un finanziamento di 20 milioni che un dirigente Selex ha notoriamente chiesto ad Abruzzo Engineering. Basta trasformare l’Abruzzo in un porto delle nebbie, dove grazie alla metodologia di Chiodi sono passati in secondo piano le vicende del recupero dei crediti della sanità privata, le dimissioni della Stati e il caso Angelini. Chiodi la smetta di sentirsi ingiustamente perseguitato, perché così non è, e dica agli abruzzesi come stanno veramente i fatti”.
Daniele Galli