Un occhio di silicio e acciaio del peso di 36 tonnellate per conoscere la materia oscura guardandola da sotto la galleria del Gran Sasso, al riparo dai raggi cosmici che bombardano di continuo la Terra.
Il progetto “The Dark Side 50”, che nasce da una intesa tra l’Istituto nazionale di Fisica Nucleare, Gran Sasso Science Institute, Università di Princeton, e Università dell’Aquila, è stato presentato questo pomeriggio a Palazzo Silone al Presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e al suo vice, Giovanni Lolli.
“Nonostante il dolore causato dal terremoto sia ancora vivo, l’Abruzzo non rinuncia alle sue ambizioni di crescita rafforzando la sua vocazione ad essere il luogo dove si studia la materia dell’infinitamente piccolo” ha detto D’Alfonso, “fino alla dimensione dell’infinitamente grande”. “La Regione farà il suo dovere nel sostegno di questo progetto e si impegna a mettere a disposizione le risorse di cui dispone e, se sarà necessario, anche con quelle che verranno appositamente reperite”. “The Dark Side 50” è esperimento che serve a far mantenere ai Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, la leadership nel settore della ricerca della materia oscura: uno dei punti più importanti della ricerca della fisica delle particelle del prossimo secolo, che rappresenta un ingrediente fondamentale per l’evoluzione dell’universo, permettendo la formazione delle galassie. Dark Side 50 consentirà – è stato spiegato – di sviluppare due nuove tecnologie qui in Abruzzo all’interno del tessuto produttivo abruzzese, che permetterà anche la realizzazione di prodotti che saranno immessi sul mercato mondiale. Per le finalità del progetto è stato attivato un rilevatore prototipo realizzato in gran parte dall’abruzzese Walter Tosto Serbatoi e da altre aziende locali che hanno sviluppato interventi di assemblaggio del progetto.