“Dopo 27 anni e 3 finanziamenti” spiega, infatti, in merito “la Centrale è ben lungi dall’essere realizzata. Un primo finanziamento di 11 miliardi delle vecchie lire ci fu nel 1983 e doveva servire a realizzare ben due centrali, di cui una a Pagliare di Morro D’Oro, completata e funzionante. Nel 1998, il CIP intervenne con un secondo finanziamento di 6 miliardi e 600 milioni di lire, ma neppure questo secondo importo fu sufficiente a completare l’opera che, nel frattempo, era stata affidata al Consorzio Nord”.
Due anni fa la Regione è poi intervenuta con un ulteriore finanziamento di un milione di euro, dando due anni di tempo per completare definitivamente la Centrale. “Ma non sono bastate” sottolinea il consigliere “né le diffide regionali, né quelle ministeriali per accelerare l’iter progettuale che supera di gran lunga la leggendaria tela di Penelope che, tessuta di giorno, veniva disfatta durante la notte per attendere il ritorno di Ulisse. Qui, invece, dopo 27 anni dalla data del primo finanziamento, 9 anni dal secondo e 2 dal terzo, neppure l’arrivo di Ulisse sembra poter smuovere dal torpore la direzione dei lavori e l’impresa”.
D’Alessandro non dà responsabilità al governatore Gianni Chiodi, essendo ancora bambino quando l’opera è stata iniziata. Tuttavia, “oggi è lui organo ed autorità di vigilanza e deve attivare tutte le procedure necessarie al completamento dei lavori. Intanto sappia che l’eventuale revoca dei finanziamenti (circa 4.400.000 euro) metterebbe in liquidazione immediata il Consorzio con relativo accollo del debito sugli incolpevoli consorziati. Chiodi cerchi di disporre una verifica attenta degli atti adottati e, se il caso, disponga la trasmissione degli stessi alla Procura della Corte dei Conti”.