Giuliante e Chiodi come Berlusconi e Fini? C’è tensione nelle fila del Pdl abruzzese e a testimoniarlo è la lettera che il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, Gianfranco Giuliante, ha inviato oggi al Presidente della Regione Gianni Chiodi.
“Le ultime settimane” scrive “sono state condizionate da una serie di accadimenti che impongono riflessioni, domande e risposte”.
Giuliante non è nuovo a richiami di questo genere. Da tempo, infatti, si è fatto promotore di un forte rinnovamento generazione nella classe dirigente del partito.
“Come vorrai darmi atto” scrive oggi il consigliere “prima che altri portassero alla ribalta una serie di problematiche che occupano le cronache e l’agenda politica, ebbi modo di sottolinearti il mio personale dissenso per scelte, che pure si era ritenuto prendere senza consultare i consiglieri di maggioranza né formalmente il gruppo Pdl. Richiamasti in quella circostanza una qualche incompatibilità funzionale tra il ruolo che occupo (capogruppo) e la manifestazione pubblica del dissenso. Come saprai la città dell’Aquila non ha consiglieri regionali di opposizione né rappresentanze in esecutivo. Da ciò deriva che chiedere il silenzio in nome e per conto di un vincolo di maggioranza (che impedirebbe il dissenso pubblico in caso di non condivisione), significa negare una rappresentanza territoriale alla città e delegare alla tua sensibilità politica gli interessi specifici di questo territorio”.
Giuliante non risparmia nulla nella sua lettera. “Ti sconsiglio di utilizzare l’argomento che il Presidente della Regione è il Presidente di tutti perché ciò mi imporrebbe una controreplica non benevola, che nei limiti del possibile vorrei evitare”.
E dopo questa premessa, il capogruppo del Pdl rende ufficiale la sua contrarietà alla linea di partito. “Per quanto non condiviso, intendo in piena libertà e senza alcun vincolo esprimere in ogni forma il mio dissenso e contestualmente mi dichiaro disponibile a richiesta, Tua e/o della maggioranza del gruppo, a lasciare l’incarico che ricopro, non volendo creare difficoltà alla mia maggioranza”.