“Non mi sono mai sognato di proporre patti capestro” ha detto “ma solo di rimettere ordine in un settore importante del sistema sanitario regionale e, soprattutto, fissare le regole che, per troppi anni, sono mancate.
Stabilire le regole per me significa avere dei contratti sottoscritti ed impegni finanziari sopportabili per i cittadini abruzzesi.
Significa, altresì, stroncare la cattiva abitudine di gonfiare i fatturati con ricoveri inappropriati.
Per questo motivo i tetti di spesa per il 2010 sono stati fissati all’inizio dell’anno e non, come avveniva nel passato, a fine anno solare prestando, per questa via, il fianco alle impugnative al TAR.
Per gli stessi motivi, si è proceduto a fissare i tetti di spesa della spedalità privata per il 2010 evitando tagli generalizzati, ma con criteri obiettivi e, nello stesso tempo, semplici: il fatturato delle singole cliniche, depurato dai tassi di inappropriatezza rivelati per ciascuna di esse.
Ciò vuol dire che chi ha operato in perfetto regime di appropriatezza mantiene il tetto di spesa per il 2010 senza alcuna decurtazione”.
Paolucci (Pd): “Chiodi vive nel paese delle meraviglie. Si accorge solo ora di quello che accade nella sanità abruzzese”. Lo afferma Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd abruzzese, rispondendo alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della giunta sul rapporto fra sanità pubblica e cliniche private.
“Chiodi si trova a fare i conti con la pesante eredità che gli hanno lasciato i suoi compagni di partito” sottolinea Paolucci, “che quando governavano la Regione regalarono alle cliniche private un contratto triennale del valore di 390 milioni di euro, senza controlli né tetti. Il centrosinistra invece varò una innovativa proposta di contratto che, oltre a ridurre sensibilmente il budget a tutte le cliniche private, fissava il tetto massimo di ricoveri e restituiva alle Asl, e quindi alla sanità pubblica, il diritto di decidere quale prestazioni acquistare dal privato e quante acquistarne» ricorda Paolucci, “mentre l´Aiop definì “rappresaglia” le ispezioni regionali. Ora Chiodi deve essere chiaro: dopo aver denunciato pressioni trasversali, impugni la sentenza del Tar di fronte al Consiglio di Stato e dica se intende o no proseguire il lavoro prodotto negli anni 2005-2008, quando il centrosinistra ha interrotto le pessime abitudini della giunta Pace. Perché non possono continuare ad essere i cittadini e le imprese, con una tassazione superiore alla media nazionale e con la polverizzazione dei posti di lavoro come per Villa Pini” dice Paolucci “a pagare scelte poco coraggiose”.