L’Aquila. La reintroduzione del servizio a domicilio delle cosiddette “auto blu” della Regione Abruzzo non è un privilegio che la Giunta ha deciso di riattribuirsi arbitrariamente, ma una modifica del precedente e troppo punitivo disciplinare.
La Regione Abruzzo, infatti, ha recepito il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri (del 25 settembre 2014) con un provvedimento licenziato dalla prima commissione consiliare e varato con il voto dei componenti di tutte le forze politiche; opposizioni comprese.
È questa, in sintesi, la replica di fonti interne alla segreteria del presidente della Regione alle osservazioni mosse dalla coordinatrice regionale dei giovani di Forza Italia, Jessica Verzulli, che ha accusato il nuovo esecutivo di aver cancellato il precedente disciplinare varato dalla Giunta di centrodestra (approvato a maggio 2014) a seguito dello scandalo politico e giudiziario noto come Rimborsopoli.
Nel vecchio testo spariva la possibilità per i presidenti del Consiglio e della Giunta, nonché per i componenti dell’esecutivo, di essere accompagnati alle loro abitazioni dalle autovetture di servizio regionali.
L’unica accortezza doveva essere quella di non “bruciare” prima del tempo il budget annuale di circa 80 mila euro complessivi, perché poi il carburante e le manutenzioni sarebbero state a carico dei trasportati; come già accaduto nel 2014, quando il budget è finito molto prima di dicembre.
La stretta era nata dall’interpretazione restrittiva del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri dell’agosto 2011. In quella norma, per porre un freno ai ripetuti abusi nell’utilizzo delle auto blu, si stabiliva che l’uso dell’autovettura di rappresentanza, fosse “concesso limitatamente alla durata dell’incarico e per sole esigenze di servizio del titolare, ivi compreso gli spostamenti ‘verso’ e ‘da’ i luoghi di lavoro”.
In Abruzzo è prevalsa un’interpretazione restrittiva: il verso e il da sono stati intesi nel senso che la vettura di rappresentanza non può andare a prelevare o riaccompagnare l’amministratore nella sua abitazione, ma può solo spostarsi da un luogo di lavoro all’altro, ovvero tra le sedi istituzionali: luoghi che il politico beneficiario doveva raggiungere con mezzi propri.
Questa interpretazione è stata poi recepita dal disciplinare della Giunta Chiodi, approvato nel maggio 2014. Viste, però, le diverse e discordanti letture fatte dalle Regioni italiane, un nuovo decreto del 25 settembre 2014 a firma del premier Renzi ha fatto chiarezza su che cosa vada inteso con quel verso e da.
Nell’articolo 3 si stabilisce infatti che “l’utilizzo delle autovetture di servizio a uso non esclusivo (cioè per dirigenti e funzionari per esigenze di servizio, ndr), non prevedono spostamenti tra l’abitazione e i luoghi di lavoro”.
Di conseguenza, le autovetture a uso esclusivo, ovvero per i componenti del governo nazionale e del governo regionale, possono prevedere spostamenti tra l’abitazione e i luoghi di lavoro. Insomma, il disciplinare abruzzese, alla luce di queste novità, si è rivelato troppo punitivo.
E così, il 1° aprile 2015 la prima commissione (Bilancio, affari generali e istituzionali) ha approvato in sede deliberante, con i voti anche dei componenti di opposizione, una proposta di nuovo regolamento, recante come prima firma quella del consigliere Giorgio D’Ignazio, Nuovo centro destra, e quelle del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, dei consiglieri Alessio Monaco di Regione facile, di Lucrezio Paolini dell’Italia dei valori.
Sarebbe bastata la volontà di tre componenti della commissione per portare in aula il regolamento, trasferendo quindi la decisione all’intero Consiglio regionale, ma così non è stato. Il presidente della Giunta ha poi “emanato” il nuovo regolamento (rendendolo esecutivo), come gli impone lo Statuto della Regione.
Nel nuovo e vigente regolamento all’articolo 10 si stabilisce che “negli spostamenti consentiti è compreso anche il tragitto dal luogo di residenza, domicilio o dimora dell’assegnatario” alle sedi del Consiglio regionale e della Giunta, che nel regolamento sono individuate come parcheggi delle “auto blu”.
All’articolo 7 si dice, ancor prima, che “nel caso in cui il rientro presso la residenza, domicilio, dimora dell’assegnatario avvenga dopo le ore 22, previa autorizzazione dello stesso, l’autista, sotto la propria responsabilità, può far uso dell’autovettura per rientrare presso la propria dimora avendo cura di custodirla con le necessarie precauzioni al fine di preservarne l’integrità”.
Si specifica poi che “il giorno successivo l’autovettura deve essere riportata nelle sedi di ricovero”, ovvero le sedi del Consiglio e della Giunta regionale.