La parziale retromarcia della Regione, infatti, nasce dalle perplessità delle Asl, che di fronte alla prospettiva di sospendere tutte le prestazioni, per i pazienti in cura nelle varie strutture, avrebbe aperto un’emergenza sanitaria forse senza precedenti. I centri Santo Stefano, infatti, sono presenti sull’intero territorio regionale (16 ambulatori), e gli operatori raggiungono i pazienti sia nelle loro abitazioni che nelle scuole, servizi che il pubblico al momento non è in grado di assicurare. Se da un lato, ovviamente, la Regione per mettersi al riparo da lamentele ha deciso, comunque, di non sospendere del tutto le prestazioni assicurate, dall’altro ancora non è stata fatta chiarezza sul fatto che gli operatori, pur senza stipendio da mesi, sono in qualche modo costretti a lavorare senza garanzie certe per il passato, ma anche per il futuro. Nel frattempo il gruppo molisano Neuromed, interessato all’acquisto delle cliniche del gruppo Villa Pini, che scritto al presidente della Regione, Gianni Chiodi, chiedendo alle istituzioni (la missiva è stata indirizzata anche all’assessore Venturoni, al presidente della Prvincia di Chieti e al vice-commissario alla sanità, Baradli) di intervenire nella risoluzione della vertenza.