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Abruzzo, pesticidi nelle acque: sostanze presenti ma monitoraggio non adeguato

Abruzzo. Il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2011-2012. – Edizione 2014” divulgato qualche giorno fa dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente parla chiaro: le acque di falda e i fiumi in Italia contengono importanti quantità di pesticidi.
L’Abruzzo non fa eccezione. L’Arta risulta aver cercato 53 molecole rispetto alle 400 sostanze impiegate attualmente in agricoltura. Nel 25% dei corsi d’acqua e nel 22,5% delle acqua sotterranee sono stati rinvenuti pesticidi. Superamenti dei limiti di legge sono stati riscontrati nel 5,8% dei campioni per le acque sotterranee.

 
In realtà la stessa ISPRA, commentando i dati provenienti da tutte le regioni, sottolinea che il monitoraggio dei pesticidi nelle acque in Italia non è adeguato, sia per sforzo di campionamento sia per numero di molecole cercate. A mero titolo di esempio, il Glifosate, una sostanza ampiamente utilizzata in agricoltura, nel 2011-2012 è stato cercato solo in Lombardia, dove, guarda caso, è risultato essere uno dei principali contaminanti. Ovviamente, chi non cerca non trova.

 
Criticità vi sono anche rispetto ai limiti di legge da considerare, non stabiliti specificatamente per molte sostanze, e riguardo agli effetti sinergici, quando sono presenti contemporaneamente nello stesso campione più pesticidi.
Il commento dell’ISPRA sui dati abruzzesi sottolinea che, mentre la densità di punti di monitoraggio sulle acque sotterranee è superiore alla media nazionale, per i fiumi lo sforzo di campionamento è minore. Inoltre il numero di sostanze cercate, 53, è basso, sia nei confronti della media nazionale sia, come per il resto d’Italia, considerando il numero di sostanze usate in agricoltura (come detto 400, otto volte il numero delle sostanze cercate).

 
Per il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua le lacune del monitoraggio evidenziate dalla stessa ISPRA sia per il livello nazionale che per quello regionale devono essere assolutamente colmate, attuando una ricerca su tutte le sostanze immesse nell’ambiente nel settore agricolo. In ogni caso, poiché i dati esistenti individuano una contaminazione diffusa, che potrebbe essere la punta di un iceberg, bisogna puntare ad un rigido controllo sull’uso di queste sostanze e sul corretto smaltimento dei rifiuti collegati a queste attività, come sacchi, contenitori.

 
In generale è indispensabile diminuire drasticamente gli input chimici in agricoltura. Il prossimo Piano di Sviluppo Rurale deve incidere con maggior forza in questo settore, partendo dall’introduzione del divieto di uso dei pesticidi su ampie fasce di rispetto attorno ai fiumi e sui terreni che insistono sulle falde più vulnerabili. Esistono forme di conduzione dei campi e tecnologie più sostenibili che devono diffondersi il più rapidamente possibile.