E’ questa la sintesi della decisione – attesa da mesi – con la quale i Giudici amministrativi del Lazio hanno sospeso i giudizi contro il Regolamento Agcom introdotti da Anso, Femi, Open Media Coalition ed Altroconsumo e chiesto alla Corte Costituzionale di valutare se siano compatibili con la nostra Carta Costituzionale le previsioni di legge sulla cui base l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduta da Angelo Marcello Cardani, ha ritenuto di potersi ergersi a “giudice” del diritto d’autore online.
E’ una decisione che, sebbene interlocutoria, non è esagerato definire storica.
Per la prima volta, in Italia, infatti dei giudici – nella fattispecie quelli del Tar del Lazio – si interrogano circa i limiti costituzionali che la tutela del diritto d’autore online deve incontrare e dubitano, con riferimento al Regolamento varato dall’Agcom, che l’attribuzione, attraverso un provvedimento amministrativo ad un’Autorità non giurisdizionale come l’Agcom, del potere di ordinare la rimozione di ogni contenuto pubblicato online o di ordinare ai provider di bloccare il traffico diretto verso un determinato sito internet, sia compatibile con la libertà di manifestazione del pensiero sancita dall’art. 21 della nostra Costituzione.
Toccherà ora ai giudici della Consulta decidere se – come sostenuto da mesi da quanti hanno, da subito, dubitato della legittimità dell’iniziativa dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – provvedimenti di cancellazione di contenuti pubblicati online possono essere assunti anche in mancanza di una norma di legge che espressamente li preveda, disciplinando un adeguato contemperamento dei contrapposti interessi e, soprattutto, al di fuori di un giusto processo davanti ad un Giudice.