Quest’ultima proposta non ha registrato contrarietà da parte dell’assemblea dell’AMP (composta dai Comuni di Pineto e Silvi, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo) in attesa di un parere preliminare del Ministero.
Credo dunque ci siano tutte le condizioni per affrontare unitariamente le due problematiche. Anzi, si può pensare-in un’epoca in cui il risparmio della spesa pubblica è divenuto un imperativo categorico – ad un unico “Parco Nazionale Marino d’Abruzzo”. Un unico ente cioè che metta insieme la fascia costiera terrestre dellacd. Costa dei Trabocchi e l’area a mare della Torre di Cerrano.
L’ipotesi non è nuova: esistono già il Parco dell’Arcipelago Toscano-che comprende l’Area Marina Protetta dell’Isola d’Elba – ed il Parco del Gargano – che comprende l’AMP delle isole Tremiti.
Peraltro anche Federparchi – l’associazione dei Parchi italiani- si è già espressa favorevolmente in ordine all’ipotesi di un unico ente gestore abruzzese dei due parchi anzidetti.
Sul piano delle opportunità credo siano percepibili da tutti i vantaggi che comporterebbe una tale visione unitaria che in modo esemplificativo possono essere così sintetizzati:
– azione di tutela ambientale integrata tra costa ed ambiente marino
– possibilità di promozione turistica esaltata da un” prodotto unico”
– possibilità di avvalersi nella Costa Teatina delle positive esperienze maturate dalla Torre Cerrano, accorciando significativamente la tempistica dello start-up del nuovo parco
– possibilità di soluzione dei conflitti con il mondo della pesca (in particolare quello delle vongole) nel quadrodi una visione complessiva e “compensativa” delle richiesta provenienti dal settore
– possibilità di partecipare con maggiore successo a bandi e progetti nazionali ed europei.
Sono ovviamente consapevole delle difficoltà sul piano burocratico – amministrativo che comporta una siffatta proposta (comunque abbisognevole di un adeguato approfondimento); ma è anche vero che ci sono oggi tutte le condizioni per potere affrontare unitariamente tutte le tematiche sul tappeto; al di là dunque della pratica possibilità di istituzione di un ente unico, ciò che conta è, appunto, la visione unitaria delle istituzioni che sono chiamate a svolgere il delicato compito di tutela dell’ambiente e di promozione dello sviluppo sostenibile.
In definitiva, si tratta di applicare al meglio il concetto di “rete ecologica”, concetto che rappresenta la nuova frontiera dell’approccio sistemico al mondo dei parchi: non più parchi come recinti entro i quali tutto è vietato -mentre fuori si può fare quello che si vuole -, ma parchi che informino di sé l’ambiente circostante in un quadro di educazione e di buone pratiche ambientali.
Benigno D’Orazio