“Siamo tutti no Tav”, scrivono sui volantini e sui social network i firmatari della manifestazione che è stata organizzata domani, davanti alla stazione centrale di Pescara, per far sentire il proprio appoggio alla popolazione della Val di Susa “che resiste nonostante la militarizzazione del territorio e il tentativo di criminalizzare il movimento”.
Il programma prevede di raccogliersi alle 17,30 nello slargo davanti alla stazione, dando vita a un presidio che culminerà con un corteo-fiaccolata lungo le principali strade del centro. La manifestazione “con Luca nel cuore” nasce “per esprimere pubblicamente e collettivamente la nostra solidarietà a Luca Abbà”, il militante precipitato da un traliccio durante un’azione dimostrativa e successivamente ricoverato al Cto di Torino. “Gli affaristi e gli apparati politici e mediatici che li sostengono”, dicono i sostenitori pescaresi, “colpiscono Luca anche ora che lotta fra la vita e la morte in ospedale: lo fanno con il dileggio tipico dei giornali berlusconiani sempre garantisti verso corrotti e furbetti, lo fanno con il finto senso dello Stato di chi intima che bisogna andare avanti comunque”.
Il tam tam è partito su Facebook: un evento creato ad hoc dal titolo ‘Manifestazione “Siamo tutti No Tav” – Pescara’ in poche ore ha raccolto centinaia di adesioni. Tra i firmatari ci sono rappresentanti politici di centrosinistra come Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, Corrado Di Sante, Francesco D’Agresta e Viola Arcuri (Prc), Luca Rossi (Giovani Comunisti), sindacalisti come Mario Boyer e Renato Procacci del direttivo regionale Cgil, Ettore D’Incecco dei Cobas, esponenti dei movimenti ambientalisti cittadini come Renato Di Nicola (Abruzzo Social Forum), Augusto De Sanctis (Wwf), Antonella Agostini (Lav), Francesca Delfino (Pax Christi), Angelo D’Alonzo (Mandorlo), Luzio Nelli (Legambiente), Marco Lozzi (Jonathan), Cam/Jorg (Deposito dei segni), Fabrizia Arduini (Wwf costituente Costa Teatina), Brigate di Solidarietà Attiva, Tonino D’Orazio (Socialismo 2000/Fds), Tusio De Iuliis (Aiutiamoli a Vivere), Loredana Di Paola (Marelibero), docenti universitari come Piero Nicola Di Girolamo dell’ateneo di Teramo e Federico Vernarelli del Collettivo studentesco Pescara. Adesione anche dai coordiamenti regionale, provinciale e comunale di Sinistra, Ecologia e Libertà.
Gli abruzzesi, da sempre sensibili a tematiche socio-ambientali, sentono sulla propria pelle la battaglia dei torinesi. Dopo le lotte per difendere il Gran Sasso dal terzo traforo, “una mega opera che presentavano come indispensabile e di cui ora nessuno sente la mancanza” e le campagne contro la petrolizzazione della costa adriatica, considerano necessari gli scontri in Val di Susa perché “il movimento No Tav non difende soltanto un territorio da un progetto devastante sul piano ambientale, chi si oppone alla Tav sta difendendo la democrazia reale, il diritto dei cittadini a non vedersi espropriato il diritto di dire la propria su scelte strategiche che li riguardano”. “Senza la lotta dei valsusini in Italia”, dicono i firmatari della petizione, “non si sarebbe mai aperto un dibattito pubblico su un’opera che ha costi giganteschi per la collettività nazionale. La Val di Susa lotta anche per noi. Governo e media vogliono ridurre la battaglia No Tav a una questione di ordine pubblico perché diventa ogni giorno più evidente l’insostenibilità economica dell’opera”. Le conseguenze della colossale infrastruttura da 35 miliardi di euro individuate dai manifestanti abruzzesi sono disparate: “Smantellamento e riduzione progressiva delle ferrovie come servizio per i cittadini, pochi e scassati treni per i pendolari, azzeramento delle corse notturne, l’isolamento dell’Abruzzo, niente finanziamenti per ammodernare la linea Pescara-Roma”.
“E’ indecente che si spendano 35 miliardi di euro”, concludono, “quando si tagliano assistenza sociale, fondi per disabili, scuola, sanità, cultura, pensioni. E’ indecente che con le grandi opere si foraggino i soliti grandi gruppi che controllano l’informazione e si comprano la politica mentre sono fermi in tutta Italia i lavori pubblici e le piccole aziende affogano senza credito”.