Alternativo perché non si va nelle aziende ma tra gli stand allestiti per questo percorso e, attraverso dibattiti e conferenze, si riesce a comprendere meglio la realtà dei giovani.
Con la scuola eravamo presenti anche lo scorso anno, ma il coinvolgimento pratico ed emotivo di quest’anno non ha avuto eguali! In questi giorni noi abbiamo vissuto in prima persona tutti gli eventi organizzati. Come il dibattito sull’emigrazione dei giovani italiani all’estero: è giusto o no? Un incontro che ha visto protagonisti adulti e ragazzi con la presenza del professor Michel Martone, ordinario di Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali della Luiss e, tra il 2011 e il 2013, vice-ministro del Lavoro del Governo Monti. Nel dibattito da lui condotto si è parlato molto del perché noi giovani dovremmo restare in Italia a lavorare, ma anche del perché dovremmo emigrare all’estero e della velocità con cui cambia il mondo.
Coinvolgendo in prima persona i giovani presenti nella discussione, la giuria ha premiato la tesi della nostra scuola che ha avuto la meglio sugli altri partecipanti: noi abbiamo parlato del futuro che dovremmo cercare e che dovrebbe essere senza muri, flessibile e che dia soddisfazione, ricordando anche che il vero futuro non esiste, nel senso che sono gli attimi presenti che lo compongono, dove ogni azione ha una conseguenza che lo determina.
Un futuro che cercano anche tutte le migliaia di persone che ogni giorno affrontano i viaggi della “speranza” verso l’Europa. Per ricordare ciò, il nostro liceo ha partecipato all’attività “Un pianeta migrante”. Sotto forma di teatro interattivo, noi giovani siamo stati messi nelle condizioni, attraverso il gioco di ruolo, di vivere per poco tempo la vita di un rifugiato, di un immigrato e di una ragazza vittima del mercato sessuale. Abbiamo assunto l’identità di uno dei tre personaggi per arrivare alla concessione o meno del permesso di soggiorno. Sperimentare sulla propria pelle ciò che vivono tutti quegli esseri umani, che devono lasciare le proprie radici e la propria cultura nella speranza di trovare in terra estera un terreno fecondo per costruire il proprio futuro, è stato difficile, profondo, con un coinvolgimento dell’anima totale. L’obiettivo era proprio questo: sensibilizzare i giovani sulla tematica dell’immigrazione e dell’integrazione. Per questo ho citato nel titolo la parola “alternativo”. L’idea che gli organizzatori hanno voluto trasmetterci è che il futuro è nostro e noi dobbiamo essere pronti a prenderlo, ne dobbiamo avere chiara l’idea e non dobbiamo avere paura di affrontarlo: agli adulti la forza di ascoltarci. Gli organizzatori e il nostro Liceo ci hanno fatti tornare a casa con una mente aperta, ricca di idee e perché no, ALTERNATIVA!
Claudia Ridolfi, classe IVB Liceo Scientifico Gabriele D’Annunzio – Corropoli.