Tutto rimandato a dopo le elezioni, in sostanza, per capire come muterà il panorama rifiuti in provincia di Teramo.Nella sala consiliare del comune di Teramo c’erano un pò tutti i protagonisti della questione rifiuti provinciale. Un’assemblea che ha visto insieme buona parte dei 47 sindaci del teramano, dal padrone di casa Maurizio Brucchi oltre ai sindaci del Cirsu (assente Bellante) con Franco Di Bonaventura affianco del presidente AdA Rando Angelini in qualità di membro del Cda dell’Autorità. Presenti anche l’assessore provinciale all’Ambiente Francesco Marconi e Carlo Taraschi, estensore del Piano Preliminare d’Ambito. Due le linee emerse. La prima, portata avanti da Angelini, perché l’AdA entri nel pieno delle sue funzioni. La seconda, guidata da Brucchi, più cauta a che l’Autorità, tuttora in regime di prorogatio e destinata a scomparire a fine anno, entri nella questione affidamenti. “I sindaci non possono essere abbandonati – ha dichiarato Angelini – ed è importante che non ci sia un vuoto”. Il sindaco di Teramo ha invece chiesto l’opportunità di dotare l’AdA di strutture, con relative spese, quando questa dovrebbe terminare la sua vita il 31 dicembre prossimo e mentre in Regione sarebbe in dirittura di arrivo la nuova legge sui rifiuti che dovrebbe affidare le competenze dell’AdA direttamente alle Province. “Non so se è opportuno dotarsi ora di una struttura, l’Autorità dovrebbe occuparsi della ordinaria amministrazione”, ha dichiarato Brucchi che nel corso dell’assemblea ha anche sollevato un interrogativo destinato a far discutere. “Bisogna capire – ha affermato il sindaco di Teramo – se in futuro sarà la piattaforma Cirsu, e non quella di Tortoreto o Carapollo, a servire la provincia”. Impianti di Grasciano in forse? Al termine dell’assemblea i sindaci hanno deciso di chiedere infine alla Regione di pronunciarsi sui compiti attuali dell’AdA e, forse, chiedere un altro parere al Garante della concorrenza. Pareri che sicuramente non arriveranno prima delle elezioni del 15 e 16 maggio.
Questione Cirsu-Sogesa. Dopo Morro D’Oro anche Notaresco e Mosciano hanno deciso di abbandonare Sogesa e affidarsi ad altre ditte private. A più di un mese dal parere dell’AgCom, gli unici comuni ancora in bilico rimangono Roseto e Bellante, dopo che Giulianova aveva riaffidato i suoi servizi in via diretta a Sogesa il 15 aprile scorso. Roseto pare intenzionato a riaffidare la raccolta della sua immondizia alla partecipata Cirsu, forse solo per tre mesi sino al termine dell’estate. Una decisione in un senso o in un altro potrebbe determinare la vita o la morte della società che al momento ancora detiene l’autorizzazione per la nuova discarica di Grasciano. Poco cambierebbe per la questione occupazionale. In questi giorni si stanno infatti facendo sempre più insistenti le voci di una possibile cassa integrazione straordinaria per gli operai di Sogesa, anche se al momento mancano numeri ufficiali. Parte degli operai potrebbe essere riassorbita dalle ditte esterne cui è stata affidata in questi giorni la raccolta, mentre sempre più in bilico rimane il futuro degli operai degli impianti del polo di Grasciano.