Dopo un periodo di fermo biologico che ha tenuto le imbarcazioni a ormeggi dal 19 agosto, i pescatori abruzzesi si preparano a tornare in mare a partire dal 25 settembre.
Questo significa che, a partire dalla prossima settimana, lungo la costa adriatica si potranno gustare nuovamente piatti a “chilometri zero”, preparati con il pescato locale. Un beneficio tangibile sarà la riduzione del rischio di consumare prodotti ittici congelati o provenienti dall’estero. Il termine del fermo biologico quest’anno avviene in un contesto particolarmente critico, a causa delle nuove linee di indirizzo emanate dalla Commissione Europea.
Queste direttive prevedono restrizioni sulle aree di pesca, con possibili tagli fino al 30% rispetto alle attuali e scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 e 2030. In aggiunta, preoccupa l’incremento dei costi del carburante, un elemento cruciale per i pescatori. Per i pescatori giuliesi, la riapertura del mercato ittico locale, ora gestito dal consorzio dei pescatori, rappresenta un importante strumento per il rilancio del settore nell’intera area.
Questa riapertura permetterà di valorizzare il pescato locale, promuovendo una filiera corta e sostenibile, che favorirà sia i pescatori che i consumatori. I prodotti ittici locali a chilometro zero non solo offrono un’eccellente qualità data la loro freschezza, ma anche un impatto ambientale ridotto rispetto a quelli provenienti da lunghe catene di distribuzione.
Le nuove direttive europee richiedono un’attenta gestione delle risorse marine e una ricerca di soluzioni sostenibili per garantire la sopravvivenza a lungo termine del settore ittico. Vanno adottate pratiche di pesca responsabili, va inoltre assolutamente attenzionata la tutela delle aree marine perché un’attenta gestione delle risorse serve a bilanciare la domanda di prodotti freschi con la necessità di preservare l’ecosistema marino.
Il fermo biologico è una pratica utilizzata al fine di proteggere e preservare gli ecosistemi marini. Durante questo periodo, viene vietata o limitata l’attività di pesca in determinate zone o per specifiche specie. Le ragioni per l’implementazione del fermo biologico sono diverse e comprendono la necessità di consentire la riproduzione e la crescita di queste specie, garantendo così la sostenibilità della pesca nel lungo termine.
Il rientro dei pescatori abruzzesi in mare rappresenta un passo importante verso il ritorno alla normalità per il settore ittico locale. È normale che il fermo biologico possa non accontentare pienamente i pescatori, che col mare e i suoi frutti ci vivono e possono sostentare le proprie famiglie, ma è anche sacrosanto impedire che una cattiva gestione delle risorse ittiche porti un danno alla fauna marina, che poi si ripercuoterebbe sugli stessi pescatori e sui consumatori.