In Abruzzo si registra una vera e propria emergenza abitativa. Solo nel 2022, sono stati registrati 536 sfratti a Pescara, 200% in più dell’anno precedente.
Il diritto di proprietà viene considerato, dai giuristi moderni, un vero sparti acque tra il modo di concepire il mondo prima e dopo la sua introduzione. Con l’introduzione della proprietà, sono stati introdotti diversi altri diritti legati all’inalienabilità e alla dignità umana, assolutamente da preservare. In ABruzzo però, negli ultimi anni, una vera emergenza abitativa si sta consumando anche nei maggiori centri.
Da poco sono infatti stati pubblicati dei dati relativi all’anno 2022 che riguardano la situazione abitativa in Abruzzo e la situazione che emerge è al limite della crisi vera e propria: secondo quanto riferito da Walter Rapattoni, segretario regionale dell’Unione Inquilini al prefetto di Pescara Flavio Ferdani, nel solo 2022 vi sarebbe stato un incremento del 200% rispetto al 2021, degli sfratti soltanto a Pescara, giungendo a una cifra spaventosa: 536 sfratti.
Tra sindacato e Governo
La situazione di Pescara è sicuramente indicativa di una condizione che affligge varie zone d’Italia, le cui cause sono varie e stratificate, complicate da risolvere con una semplice passata di spugna. È il segretario regionale del sindacato Unione Inquilini a far notare come, solo nel 2022, siano stati registrati ben 536 sfratti soltanto a Pescara. Denunciata anche l’esclusione dai tavoli nazionali per il “Piano Casa”, tra sindacati e ministro Salvini.
Il sindacato inoltre, rincara la dose, definendo il Governo come depositario di una sempre crescente responsabilità per un eventuale aggravamento della situazione, soprattutto dato che, come viene segnalato, gli enti governativi non hanno rifinanziato con la legge di bilancio, il contributo all’affitto previsto dalla legge 431/98, oltre al fondo di morosità incolpevole previsto dalla legge 124/2014.
Secondo il sindacato infatti, ciò che il Governo sta facendo è lasciare “i Comuni soli a fronteggiare questo dramma, senza neanche il pur insufficiente ammortizzatore sociale dei citati contributi”. La situazione di Pescara è estremamente grave e ha portato, a più riprese, il sindacato a interrogare il Prefetto, chiedendo di procedere “alla sospensione delle esecuzioni degli sfratti locativi, dei pignoramenti e degli sgomberi di qualsiasi natura, fatti salvi quelli per i quali è garantito il passaggio da casa a casa”.
Come vuole ricordare Walter Rapattoni nella sua lettera al Prefetto:”Dietro questi numeri ci sono, quasi sempre, storie di persone e famiglie impoverite, anziani, nuclei famigliari con persone disabili e minori” e rimarca ancora una volta le difficoltà incontrate dagli amministratori locali “le amministrazioni locali, pur avendo i sindaci l’obbligazione legale di proteggere i diritti umani, in particolare il diritto alla salute minacciato dalla perdita dell’abitazione, non hanno la capacità di fornire risposte adeguate”.