Una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che si espressa sul caso Lassana Diarra, potrebbe rivoluzionare il calciomercato.
Sta facendo molto discutere la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che si è espressa sul caso Lassana Diarra, ex calciatore francese ritiratosi nel febbraio del 2019 dopo aver vestito la maglia di diversi club tra cui Arsenal, Real Madrid, Marsiglia, Lokomotiv Mosca e Marsiglia.
Una sentenza, quella dei giorni scorsi, che potrebbe avere un impatto decisivo sul calciomercato rivoluzionando alcuni principi del sistema dei trasferimenti, come già successo nel 1995 con il caso Bosman che ha permesso ai calciatori di trasferirsi a parametro zero in un’altra squadra alla fine del proprio contratto potendo firmare un pre-contratto nei sei mesi precedenti la scadenza.
Corte di Giustizia Ue, la sentenza della sul caso Diarra: norme Fifa violano il diritto
Un nuovo caso Bosman che potrebbe rivoluzionare il calciomercato? Questo è quello che potrebbe rappresentare la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che, a dieci anni di distanza, ha accolto il ricorso presentato da Lassana Diarra contro la Fifa.
I fatti risalgono al 2014 quando l’ex centrocampista francese provò a svincolarsi dalla Lokomotiv Mosca per firmare un nuovo contratto con il Charleroi, club del campionato belga. Nello specifico, il giocatore scontento dei tagli degli stipendi, non si era presentato agli allenamenti della squadra che decise di licenziarlo per “giusta causa” ed ha poi chiesto ed ottenuto un risarcimento a Diarra da 10,5 milioni di euro, disposto dalla Corte arbitrale dello sport.
Nello stesso periodo, il club belga aveva fatto un’offerta per il centrocampista, ma l’accordo saltò, come sostenuto dallo stesso Diarra, per via delle regole Fifa. Le norme, difatti, prevedono che in casi simili, il nuovo club e il giocatore sono responsabili in solido per il pagamento dell’eventuale risarcimento alla società di provenienza.
Inoltre, sempre secondo queste norme, il nuovo club, in certe situazioni, potrebbe essere sanzionata con il divieto di tesserare nuovi calciatori per un determinato periodo.
L’ex Real Madrid presentò ricorso e, dopo dieci anni di battaglia legale, è arrivata la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue secondo cui le norme contestate violano il diritto dell’Unione Europea ed ostacolano la libera circolazione dei calciatori professionisti che hanno intenzione di trasferirsi in una squadra di un altro Stato membro Ue.
Adesso sono in corso delle analisi della Fifa sui punti in questione del regolamento. Se la sentenza emessa nei giorni scorsi dovesse essere applicata, potrebbero non ripetersi casi simili. Quanto accaduto nel 2014 ricorda, per certi versi, la vicenda che ha visto protagonista Rafael Leao quattro anni più tardi. Il portoghese aveva rescisso il contratto con lo Sporting Lisbona per trasferirsi al Lille, ma la società portoghese intentò una causa ottenendo un risarcimento da circa 20 milioni di euro, cifra che venne versata successivamente dal Milan quando Leao si è trasferito in Italia.