In un evento cui ha partecipato a ridosso dei match delle Atp Finals di Torino, Sinner ha rivelato un suo segreto
Non ha tradito le attese del pubblico che l’ha acclamato fin dal suo arrivo a Torino. Jannik Sinner, dopo tre vittorie di fila nella fase a gironi senza concedere nemmeno un set a Fritz, De Minaur e Medvedev, è ora pronto per giocarsi l’accesso alla finalissima delle Atp Finals contro Casper Ruud.
Qualora dovesse riuscire a battere il norvegese, Sinner eguaglierebbe il risultato ottenuto lo scorso anno a Torino quando, dopo un brillante percorso nella prima parte del torneo, il suo sogno di vincere le Finals si infranse al cospetto di Novak Djokovic.
Dalla finale di un anno fa, tante cose sono cambiate. Sinner ha proseguito la sua ascesa con 7 tornei vinti nel 2024 (di cui i suoi primi due Slam in Australia e allo Us Open) e la conquista della vetta del ranking Atp che detiene dalla scorso giugno, quando è riuscito a superare proprio Djokovic nella settimana seguente al Roland Garros.
Prima dell’inizio delle Finals, Sinner ha partecipato a una serie di eventi promozionali. In uno di questi ha svelato una curiosità che lo riguarda di cui nessuno era a conoscenza. A quanto pare, Jannik ha un grande alleato quando scende in campo, un alleato fedele che non lo lascia mai quando c’è da duellare per vincere ogni punto.
“Il cappellino è la cosa principale per me – si legge nelle dichiarazioni di Sinner riprese da Vogue – quando lo indosso è un momento importante perché riesco a isolarmi e a concentrarmi, togliendomi dalla mente tutti i pensieri che ho anche quelli extra campo.” Nessuna scaramanzia per Sinner bensì una sorta di riconoscimento verso un oggetto che, di fatto, certifica il suo essere tennista e simboleggia l’essenza stessa del gioco.
Per sottolineare ulteriormente l’importanza delle sue dichiarazioni, Sinner si è paragonato a Valentino Rossi, altra leggenda dello sport italiano. “Valentino ha detto che quando indossava il casco non pensava solo alla gara di MotoGP. Per me – conclude il tennista azzurro – è la stessa cosa. Quando metto il cappellino comincio il mio lavoro, mi schermo dal resto e inizio finalmente a giocare.”
Un segreto che nessuno conosceva quello rivelato da Sinner. Di certo, Jannik non può permettersi di fare con il suo cappellino da tennis quello che faceva Valentino con il casco, spesso personalizzato con scritte e disegni dedicati all’evento per il quale veniva indossato o ad avvenimenti extra MotoGP. Al massimo, Sinner, per questioni di sponsor, può solo limitarsi a fargli cambiare colore…